(Corriere della Sera - 15 marzo 2012)
Il momento topico della gara è al 28': Maggio, fin lì tra i migliori, si allunga il pallone e Ramires entra come un treno, prendendo palla e avversario. Un colpo tremendo, che l'esterno paga 60 secondi dopo quando, zoppicante, non chiude il brasiliano che crossa comodamente: Drogba si avventa sul primo palo, brucia Aronica e mette in rete. L'inerzia della gara, però, è cambiata e il Napoli spreca un contropiede tre contro due con un tiro di Cavani in diagonale, che sfila largo. Il finale di primo tempo (con Dossena al posto di Maggio) è sofferenza pura: nei secondi di recupero Cannavaro salva a un metro dalla riga un tiro di David Luiz. Bastano due giri di orologio, nella ripresa, per il bis del Chelsea. Campagnaro non si intende con De Sanctis e regala un corner. Terry anticipa secco l'italo-argentino, trovando l'angolo lontano: è 2-0. Discorso qualificazione ribaltato. Sale prepotente il ricordo del tiro a botta sicura di Maggio, nel finale della gara di andata, salvato sulla riga da Cole.
Quando sembra tutto perduto il Napoli reagisce da grande squadra, come ha fatto per tutta la Champions League. Costringe il Chelsea sulla difensiva, mettendone a nudo i limiti del reparto arretrato. Come era successo a Villarreal ci pensa Inler, il migliore dei partenopei, con un tiro da fuori area: palla imprendibile per Cech e qualificazione di nuovo in mano della Banda Mazzarri, La partita è bellissima, tanto che sembra esserci un copione per trascinarla il più a lungo possibile quando, a un quarto d'ora dalla fine, Dossena si fa beccare in un chiaro fallo di mano in area su colpo di testa di Ivanovic. È rigore, Lampard lo trasforma e si va ai supplementari. Lì, nella terra di nessuno, esce un nome: Ivanovic. È lui, su assist di Drogba, a fare impazzire il Chelsea e condannare il Napoli. Ma mai come ieri avrebbero meritato tutte e due di andare avanti.
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