sabato 17 marzo 2012

champions: il chelsea prende a spallate un napoli bello ma timido

Di Mario Sconcerti
(Corriere della Sera - 15 marzo 2012)

Finisce in una disfatta una partita che il Napoli per 60 minuti meritava di vincere. Poi c'è stato un resto dove tutto si è confuso e il calcio semplice degli inglesi ha portato gol abbastanza casuali. Non si può parlare di equilibrio in una gara che finisce 4-1, ma una gara del genere, se non fosse equilibrata, non finirebbe nemmeno ai supplementari. Il Napoli non ha avuto fortuna, sullo 0-0 ha giocato nettamente meglio, poi si è spaventato, è stato spinto fisicamente nella propria area e lì ha proseguito con urgenza la sua partita. L'impressione è che sia stata persa una straordinaria occasione, non in generale, ma proprio in questa singola partita. Il risultato è pesante per quello che si è visto sul campo, troppe tre reti di differenza. Ma sono tre reti arrivate a distanza di mezzora l'una dall'altra, dentro il solco della partita, segno che la qualità di resistenza del Napoli si è andata fiaccando minuto dopo minuto. Mazzarri ha perso quando gli spazi lasciati dal Chelsea nel primo tempo sono stati sfruttati dai suoi in modo accademico. C'è stata un po' di leggerezza, un piccolo abbandono davanti allo specchio. Ma il Chelsea non sapeva ripartire mentre il Napoli viaggiava in leggerezza. Il gol di Drogba, bellissimo, estremamente fisico, ha mescolato le carte mandando in confusione la sicurezza del Napoli. Il resto è stato tutto un inseguire. E bravissimo è stato il Chelsea a rimediare al gol di Inler. Dispiace perché c'è stato gioco. Il Napoli poteva passare o non passare, non era un problema di merito, era l'umore di una moneta lanciata in aria. Molto ha pesato l'infortunio di Maggio che nel Napoli è come il vecchio Maicon nell'Inter campione di tutto. È mancata la spinta che tirasse fuori la squadra dall' aggressività del Chelsea. In sostanza non c'è stata chiarezza tecnica, solo una serie di opportunità, una specie di sfinimento che alla fine ha prodotto una superiorità apparentemente indebita. Ma quando si segna tanto, si ha anche molti diritti. È stato forse questo l'angolo più incerto e più bello degli ottavi di Champions ma sempre ottavi erano. Fra le prime otto resta adesso una sola squadra italiana rimasta peraltro attaccata al torneo quasi per i capelli.
L'idea è che il Napoli abbia portato qualcosa di diverso in una Champions piena di 7-0, cioè di risultati improponibili. Mazzarri è il meglio del calcio all'italiana rivisitato nel tempo, ma non ha ancora l'esperienza. Quando rigiocherà questa partita non la perderà più, ma non so quando sarà. Resta il Milan, la sua vecchia tradizione di lusso e di forza, tramonta il vecchio e il nuovo (Inter e Napoli) del nostro calcio. Ma non dobbiamo rifondarci solo noi. La tempesta è di tutti.

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