(Il Mattino - 19 febbraio 2012)
Il primo: riceve palla nello stretto da Lavezzi, stop di piatto destro per proteggere la palla dalla pressione di Natali, tocco di piatto sinistro per girarsi e attrarre su di sé anche Gamberini, passaggio filtrante di interno sinistro nel corridoio tra i due difensori viola. Il secondo: si propone tra le linee per ricevere la sponda di Cavani che attacca subito la profondità tenuto in gioco dal rientro di Cassani, passaggio di piatto, secco, apparentemente facile, di prima intenzione a liberare il Matador davanti a Boruc.
Decisivo anche l'apporto di Hamsik alla fase difensiva che si evidenzia nell'unica sua distrazione. Al 39' del primo tempo si dimentica di seguire Montolivo. Il centrocampista della Nazionale può accelerare centralmente e liberare al tiro Amauri fermato da una segnalazione di offside che non c'è. Forse è proprio in quel momento, quando Mazzarri lo richiama ai suoi obblighi, che capisce quanto è importante il suo sacrificio per la squadra. Ma anche gli altri non stanno a guardare. Dove non arriva Hamsik ci pensano Cavani e Lavezzi sempre pronti a rientrare. È questo l'atteggiamento che Mazzarri vorrà rivedere contro il Chelsea martedì prossimo. E vorrà rivedere anche molte altre cose positive viste a Firenze. Innanzitutto la grande applicazione del reparto difensivo. Le marcature ad uomo sono efficaci perché la terza linea ha sempre un uomo in più che garantisce la copertura alle spalle del difensore che va ad aggredire.
Piace ancora molto Grava, il difensore più rapido a disposizione del Napoli, ma piace, questa volta, anche Cannavaro, finalmente puntuale nelle chiusure e in grado di trasmettere tranquillità a tutto il reparto. Anche gli esterni traggono giovamento da questa ritrovata coesione tattica. Maggio e Dossena trasformano spesso la linea difensiva da tre a cinque, permettendo una più rigorosa chiusura dei corridoi centrali. In attacco si vedono solo saltuariamente, ma quando è il momento di proporsi lo fanno con decisione e tempismo. Nel mezzo il traffico è smistato da Inler e Dzemaili. I due connazionali svizzeri non devono mai strafare. Fanno scudo davanti alla difesa e servono rapidamente i compagni smarcati in avanti permettendo una sollecita fase di transizione.
Certo i meriti del Napoli sono dilatati anche dalla Fiorentina che ci mette del suo, così come il suo allenatore. Delio Rossi non sa fare di meglio che togliere Montolivo dal cuore del centrocampo quando lo vede braccato sistematicamente da Hamsik, mettendo nel mezzo, ad inizio ripresa, un impacciato e lento Salifu, preso ripetutamente di mira dal pressing del Napoli. L'idea di riversarsi in avanti con un avventato 4-2-4, con Marchionni e Cerci sulle fasce, spacca la squadra che lascia praterie a disposizione degli azzurri che nel finale dilagano. Occorre, dopo questa larga vittoria, tenere alta l'asticella della tensione e affontare i Blues con lo stesso piglio. Ma l'arte di caricare il gruppo Mazzarri la conosce meglio di tutti.
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