domenica 12 luglio 2009

una "serie a" sempre più televisiva

Di Diego Del Pozzo

Dal 2010, la settimana-tipo dell'appassionato di calcio potrebbe essere questa: lunedì, una gara di Serie A (ore 20.45); martedì e mercoledì, Champions League; giovedì, Europa League (l'ex Coppa Uefa); venerdì, un anticipo di Serie B; sabato, posticipi di Serie A alle ore 18 e alle 20.45, più posticipo di Serie B; domenica, una gara di A alle 12.30, cinque partite alle 15 e il posticipo serale alle 20.45.
Questa abbuffata potrebbe essere la conseguenza del nuovo contratto televisivo che la Lega Calcio stipulerà, grazie all'advisor Infront, per le stagioni 2010 e 2011. E le novità non finirebbero qui, perché la partita diventerà un vero e proprio evento che partirà 90 minuti prima del fischio d'inizio e si concluderà con le interviste e il lungo post-gara: ci saranno le telecamere negli spogliatoi, un minuto di ripresa col tecnico che dà le ultime istruzioni, le interviste a metà gara, alla fine e così via.
Insomma, a che cosa serviranno più gli stadi - e perché una società dovrebbe investirvi per migliorarli - in un movimento che sembrerà gestito direttamente dal "Grande Fratello" di orwelliana memoria?

3 commenti:

  1. Non ho mai pensato che il problema sia la tv, la stessa Sky lamenta un minore appeal televisivo con li spalti vuoti e il sonoro da stadio fatto più di bestemmie che di grida del pubblico.
    In Germania la Bundesliga è tutta in diretta tv eppure le presenze allo stadio non fanno che aumentare, idem in Spagna.

    Lo stadio deve però poter essere competivo con il salotto di casa.
    Se lo costruiscono in mezzo al nulla, su sedioine scomode, da dividere con simpatici uomini di Neanderthal e a distanza di binocolo dal campo è scontato che i soldi per l'abbonamento decida di darli a Sky.

    In Italia paghiamo anche dazio per la posizione dominante dei grandi club.
    Le 3 strisciate raccolgono la stragrande maggioranza dei tifosi, poi ci sono realtà locali forti, ma nel resto d'Italia il tifo per la squadra locale si sposa con quello per la grande anzi spesso è relegato in secondo piano (singolare nel paese dei campanili) e senza passione è difficile convincere qualcuno a rinunciare al pranzo domenicale per un Catania-Atalanta sui gradoni del Massimino.

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  2. Io sono dell'idea invece che la tv ha influito moltissimo sulle nostre abitudini calcistiche. Per chi è vicino ai 50 come me, i cambiamenti sono stati notevoli negli ultimi 20 anni, basta vedere che da ragazzino aspettavo la sintesi della domenica anche se ne conoscevo il risultato pur di vedere un pò di calcio in tv.
    Certo la tv non è l'unica responsabile ma non è nemmeno esente da queste responsabilità.

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  3. Ovviamente, la tv onnipresente e totalizzante è una concausa della situazione attuale del nostro calcio. Non l'unica, ma certamente tra le più influenti.
    Per Ataru: non sono sicurissimo che la Bundesliga sia trasmessa integralmente in diretta, come avviene per la nostra Serie A. Comunque, persino la Premier League - cioè il torneo più massmediatizzato (arghhh!!!) del mondo - non trasmette in diretta tutte le gare (sul territorio inglese).
    Per Sergio: Ricordo che io stesso, fino a qualche anno fa, di sera andavo molto più spesso a cinema e vedevo molte più serie televisive. Adesso le partite sono onnipresenti!

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