venerdì 24 luglio 2009

l'aurelio furioso 2 - il ritorno

Di Diego Del Pozzo

Quando nei giorni scorsi ho avuto modo di parlare di persona con Aurelio De Laurentiis all'Ischia Global Film & Music Fest, ho subito notato in lui una grinta e una carica davvero notevoli, proprio come se fosse già pronto per far esplodere "la bomba" che poi, ieri, ha letteralmente devastato la tranquillità del bunker austriaco di Lindabrunn, sede del ritiro estivo del Napoli.
Dopo l'incontro a tre col Pocho Lavezzi e il direttore generale Pier Paolo Marino, infatti, "l'Aurelio Furioso" ha voluto comunicare con i rappresentanti dei mass media, per dire la sua sulla vicenda che ha infiammato l'estate dei tifosi partenopei. Ed ecco alcune "perle", che fanno ben capire cosa dovrà aspettarsi Ezequiel Lavezzi dalla stagione che va a incominciare, dopo l'improvvida fuga in Argentina a causa della quale era entrato in diretta polemica con i vertici societari azzurri:

1) "Con Lavezzi abbiamo avuto un incontro, ma non parliamo la stessa lingua: lui ha una personalità e una cultura che non posso cambiare, ma noi restiamo sulle nostre posizioni e non sottostiamo ad alcun ricatto. Rispetto le sue idee ma non le condivido".
2) "Lavezzi vorrebbe rivedere la sua posizione economica? Ma è già stata rivista un anno fa. Adesso basta: i ricatti non mi piacciono. E poi, non ci ha fatto mica andare in Champions League o in Europa League. E ha fatto appena 7 gol, non 27. Insomma, cosa vuole?".
3) "La colpa del mito Lavezzi è dei media: è stato dipinto come il nuovo Maradona, forse per demeriti altrui, più che per meriti propri. Ma non è affatto il nuovo Maradona. Per ora, è soltanto un calciatore dal rendimento assai discontinuo: lo trovo poco atleta e anche poco integrato nel gruppo, spesso protagonista di giocate egoistiche fatte solo per il furor di popolo e non funzionali al bene della squadra".
4) "A me non interessa che deve fare il Mondiale: se gioca bene, il c.t. lo seleziona; altrimenti va fuori. E poi, non ho capito una cosa: l'anno prossimo il Mondiale non ci sarà; allora che succede, ti butti in branda a riposare?".
5) "Lavezzi ha enormi potenzialità, ma deve accettare le regole, come tutti: il Napoli vuole ricomporre, ma le cose si fanno in due. Noi non abbiamo sbagliato, non siamo andati via: io avevo un contratto per una partita amichevole in Slovacchia e lui che fa? Se ne va? Se l'avesse fatto un attore me lo sarei mangiato. Ha sbagliato anche ad andare a Natale in Sud America: noi siamo stati molto deboli, ma quest'anno non accadrà più".
6) "Se dopo tutte queste storie Lavezzi potrebbe essere demotivato? Problemi suoi. E' lui che mette a rischio la sua carriera. Io l'ho pagato 5 milioni e mezzo, non 40: non mi preoccupo. Non è un primo attore, anzi forse non ha capito che ci stiamo attrezzando pure per fare a meno di lui. Se si allenerà e meriterà, l'allenatore lo farà giocare, altrimenti giocheranno altri".
7) "Ma secondo voi perché ho speso così tanto per Quagliarella? Il tempo dei grandi eroi è finito: anche il mio amico Moratti pensa a cedere il suo centravanti. Ora, comunque, vediamo se il signor Lavezzi ci concede di fare l'atleta e non solo il giocatore".
8) "Non farò più sconti a nessuno: altro che decalogo, qui ci vogliono 40 regole, e chi non le rispetta va fuori. Basta movida, escort, sigarette e vita poco professionale. Chi non ascolta l'allenatore va in panchina. E' fuori".
9) "Per essere ancora più chiari, acquisteremo un altro attaccante che sia alternativo proprio a Lavezzi".
Dopo queste durissime esternazioni "presidenziali", l'entourage del Pocho ha scelto la via della morbidezza, facendo buon viso a cattivo gioco. D'altra parte, il contratto del calciatore è blindato e, con l'abilità tipica di chi lavora nei media, De Laurentiis è riuscito, in poche mosse, ad alienare a Lavezzi la simpatia del pubblico del San Paolo. Per ora, dunque, l'unica strada da seguire, per l'argentino, è quella di abbassare la testa e allenarsi con convinzione e serietà. Forse, alla fine potrebbero giovarsene tutti...

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