Quando nei giorni scorsi ho avuto modo di parlare di persona con Aurelio De Laurentiis all'Ischia Global Film & Music Fest, ho subito notato in lui una grinta e una carica davvero notevoli, proprio come se fosse già pronto per far esplodere "la bomba" che poi, ieri, ha letteralmente devastato la tranquillità del bunker austriaco di Lindabrunn, sede del ritiro estivo del Napoli.
Dopo l'incontro a tre col Pocho Lavezzi e il direttore generale Pier Paolo Marino, infatti, "l'Aurelio Furioso" ha voluto comunicare con i rappresentanti dei mass media, per dire la sua sulla vicenda che ha infiammato l'estate dei tifosi partenopei. Ed ecco alcune "perle", che fanno ben capire cosa dovrà aspettarsi Ezequiel Lavezzi dalla stagione che va a incominciare, dopo l'improvvida fuga in Argentina a causa della quale era entrato in diretta polemica con i vertici societari azzurri:
1) "Con Lavezzi abbiamo avuto un incontro, ma non parliamo la stessa lingua: lui ha una personalità e una cultura che non posso cambiare, ma noi restiamo sulle nostre posizioni e non sottostiamo ad alcun ricatto. Rispetto le sue idee ma non le condivido". 2) "Lavezzi vorrebbe rivedere la sua posizione economica? Ma è già stata rivista un anno fa. Adesso basta: i ricatti non mi piacciono. E poi, non ci ha fatto mica andare in Champions League o in Europa League. E ha fatto appena 7 gol, non 27. Insomma, cosa vuole?". 3) "La colpa del mito Lavezzi è dei media: è stato dipinto come il nuovo Maradona, forse per demeriti altrui, più che per meriti propri. Ma non è affatto il nuovo Maradona. Per ora, è soltanto un calciatore dal rendimento assai discontinuo: lo trovo poco atleta e anche poco integrato nel gruppo, spesso protagonista di giocate egoistiche fatte solo per il furor di popolo e non funzionali al bene della squadra".
4) "A me non interessa che deve fare il Mondiale: se gioca bene, il c.t. lo seleziona; altrimenti va fuori. E poi, non ho capito una cosa: l'anno prossimo il Mondiale non ci sarà; allora che succede, ti butti in branda a riposare?". 5) "Lavezzi ha enormi potenzialità, ma deve accettare le regole, come tutti: il Napoli vuole ricomporre, ma le cose si fanno in due. Noi non abbiamo sbagliato, non siamo andati via: io avevo un contratto per una partita amichevole in Slovacchia e lui che fa? Se ne va? Se l'avesse fatto un attore me lo sarei mangiato. Ha sbagliato anche ad andare a Natale in Sud America: noi siamo stati molto deboli, ma quest'anno non accadrà più". 6) "Se dopo tutte queste storie Lavezzi potrebbe essere demotivato? Problemi suoi. E' lui che mette a rischio la sua carriera. Io l'ho pagato 5 milioni e mezzo, non 40: non mi preoccupo. Non è un primo attore, anzi forse non ha capito che ci stiamo attrezzando pure per fare a meno di lui. Se si allenerà e meriterà, l'allenatore lo farà giocare, altrimenti giocheranno altri".
7)"Ma secondo voi perché ho speso così tanto per Quagliarella? Il tempo dei grandi eroi è finito: anche il mio amico Moratti pensa a cedere il suo centravanti. Ora, comunque, vediamo se il signor Lavezzi ci concede di fare l'atleta e non solo il giocatore". 8) "Non farò più sconti a nessuno: altro che decalogo, qui ci vogliono 40 regole, e chi non le rispetta va fuori. Basta movida, escort, sigarette e vita poco professionale. Chi non ascolta l'allenatore va in panchina. E' fuori". 9) "Per essere ancora più chiari, acquisteremo un altro attaccante che sia alternativo proprio a Lavezzi".
Dopo queste durissime esternazioni "presidenziali", l'entourage del Pocho ha scelto la via della morbidezza, facendo buon viso a cattivo gioco. D'altra parte, il contratto del calciatore è blindato e, con l'abilità tipica di chi lavora nei media, De Laurentiis è riuscito, in poche mosse, ad alienare a Lavezzi la simpatia del pubblico del San Paolo. Per ora, dunque, l'unica strada da seguire, per l'argentino, è quella di abbassare la testa e allenarsi con convinzione e serietà. Forse, alla fine potrebbero giovarsene tutti...
"Segnalo volentieri il tuo blog, misurato e ben scritto" (Andrea Aloi, "Guerin Sportivo" n.° 26/1754, 30 giugno-6 luglio 2009, pag. 81)
calciopassioni
Il calcio come passione, ma anche come fenomeno sociale da analizzare per capirne di più sul mondo che ci circonda: storie del presente e del passato, miti ma anche nomi dimenticati. Assieme al calcio, che per "fede" significa Napoli (e poi Arsenal), ci sono anche passioni come il cinema, la musica (rock e jazz, soprattutto), i fumetti, le serie tv, i libri e tutto ciò che rende più piacevole la vita quotidiana
In questo luogo virtuale scrivo solo per passione, non per professione come faccio quotidianamente. Perciò, mi occuperò soltanto di ciò che ritengo appassionante, divertente, stimolante, interessante.
Di Diego Del Pozzo Per analizzare la stagione 2014-2015 del Napoli di Rafa Benitez mi sono preso molto tempo, in modo da poterci riflette...
un po' di pubblicità
Diego Del Pozzo e Vincenzo Esposito (a cura di) Il cinema secondo Springsteen
Collana visionirock Quaderni di Cinemasud per Mephite edizioni 240 pagine, 12 euro
Quarta di copertina
Il rapporto tra Bruce Springsteen e il cinema è affascinante e complesso. E non può essere ridotto alla presenza del rocker del New Jersey nei film, in veste di attore o autore di brani da colonna sonora, come accade per Elvis, Beatles, Rolling Stones, Dylan o Bowie. Il caso di Springsteen è diverso, persino unico, per la profonda influenza che il patrimonio culturale del cinema americano ha esercitato sulla sua scrittura estremamente “visiva”; ma anche per come egli stesso ha ispirato tanti film e cineasti con “pezzi di immaginario” derivanti dalla sua produzione. Si è di fronte, dunque, a un rapporto fortemente empatico e assolutamente paritario, fatto di un “prendere” dal cinema ma anche di un generoso “dare” all’immaginario popolare americano. Il libro curato da Del Pozzo ed Esposito ne ripercorre le tappe e, con ulteriori approfondimenti (Tricomi e Maiello) e un’ampia analisi iconologica (Morra), ne restituisce la ricchezza e l’assoluta originalità.
I curatori
Diego Del Pozzo, giornalista e critico, è autore del libro Ai confini della realtà. Cinquant’anni di telefilm americani (Torino, 2002) e dei testi del volume fotografico di Gianni Fiorito Scenari. Dieci anni di cinema in Campania (Napoli, 2006). Ha curato con Vincenzo Esposito Rock Around the Screen (Napoli, 2009). Ha pubblicato numerosi saggi in volumi collettivi, enciclopedie, cataloghi di festival, riviste specializzate. Collabora col quotidiano Il Mattino e fa parte del comitato editoriale della rivista Quaderni di Cinemasud. Insegna Comunicazione pubblicitaria presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli (indirizzo Fotografia, Cinema, Televisione).
Vincenzo Esposito, storico del cinema, è autore di una monografia su Alf Sjöberg (Roma, 1998) e di un libro sul cinema svedese, La luce e il silenzio (Napoli, 2001). Ha curato con Diego Del Pozzo il volume Rock Around the Screen (Napoli, 2009). Ha pubblicato molti saggi in volumi collettivi e riviste specializzate. Dirige l’Italian Film Festival di Stoccolma. Insegna Teoria e Analisi del Cinema all’Accademia di Belle Arti di Napoli.
Recensioni
"Quanto ha influito il cinema sulla poetica del grande cantautore e musicista? E in che misura Springsteen ha inciso sull'immaginario visivo della fine del Novecento? Il cinema secondo Springsteen analizza, in maniera del tutto inedita e appassionata, il legame tra l'autore di Born to Run e la settima arte. [...] Il testo, corredato da alcune foto in bianco e nero, ricostruisce l'universo concettuale del Boss legato a doppio filo col grande schermo". (Ilaria Urbani, La Repubblica, 21 luglio 2012)
"L’arrivo in Italia di Springsteen ha scatenato anche le case editrici. Detto dei testi commentati di Labianca, almeno altri due titoli vanno ricordati: All The Way Home di Daniele Benvenuti [...] e Il cinema secondo Springsteen di Diego Del Pozzo e Vincenzo Esposito, che indaga i diversi intrecci tra la sua musica e l’arte cinematografica". (Piero Negri, La Stampa, 7 giugno 2012)
"Il testo svela in una prospettiva inedita il rapporto tra l’icona della “working class” americana e l’universo di celluloide. La chiave di lettura dei due curatori partenopei, mai sviscerata neanche nella robusta produzione patria dedicata al rocker, è infatti quella di una relazione profondamente empatica, osmotica, tra il cinema (non solo) a stelle e strisce e i racconti del cantore dei “losers”, che come pochi ha saputo e sa narrare in musica e parole l’oscurità, l’emarginazione, la disoccupazione, i corsi e ricorsi delle crisi economiche, la guerra, il sogno americano (o quel che resta)". (Teresa Mancini, LeiWeb.it, 7 giugno 2012)
"C'è grande attesa per il tour di Wrecking Ball di Bruce e della E Street Band, un ritorno salutato anche da un libro sul suo rapporto con il cinema, un amore intenso e proficuo, ricco di scambi, col cantautore pronto a ispirare i suoi testi ai capolavori del grande schermo e il cinema in prima linea per accaparrarsi le canzoni del Boss. Un fenomeno studiato da Diego Del Pozzo e Vincenzo Esposito, che ne hanno tratto una mostra, conclusasi di recente al Palazzo delle Arti di Napoli, e, appunto, un volume: Il cinema secondo Springsteen, edito da Mephite (nella neonata collana visionirock). L'opera ha il merito di non soffermarsi solo sui contributi da Oscar regalati a numerose colonne sonore, [...] ma di raccontare come il mondo delle immagini abbia invaso, fino dagli albori della carriera, la musica del rocker americano". (Dunya Carcasole, L'Arena - Il Giornale di Vicenza - Bresciaoggi, 7 giugno 2012)
"Testo interessante anche Il cinema secondo Springsteen (euro 12, pp. 240) che Diego Del Pozzo e Vincenzo Esposito hanno curato per Mephite edizioni: vi si indaga il rapporto di mutua reciprocità tra il rocker del New Jersey e l'immaginario cinematografico a stelle e strisce. Perché il vecchio Bruce ha lavorato per il cinema (vi dice niente Streets of Philadelphia?), deve molto al cinema (il suo Tom Joad è lo stesso del Furore di John Ford) e ha influenzato molto cinema (vedi, tra le altre cose, The Wrestler con Mickey Rourke). Inoltre resta una meravigliosa faccia da cinema. Come un po' tutti gli americani con sangue italiano nelle vene". (Francesco Prisco, Ilsole24ore.com, 6 giugno 2012)
"Sono spesso i ribelli senza causa del cinema americano degli anni Cinquanta e Sessanta a ispirare il rock di Bruce Springsteen. Senza dimenticare che il forte impatto di film come Philadelphia o The Wrestler è dovuto anche alle colonne sonore che includono canzoni di Springsteen, che per Philadelphia ha anche vinto un Oscar. Forse, però, se proprio si vuol cercare un punto di riferimento nel rapporto tra il cinema e il rocker del New Jersey, occorre fare un passo indietro fino a Furore di John Ford, anno 1940, per capire come Tom Joad, l'anti-eroe di John Steinbeck alla ricerca di una "terra fertile" e ripagato con paghe da fame (a cui presta il volto Henry Fonda), abbia fortemente influenzato Springsteen, che ha basato proprio su questo film il suo album The Ghost of Tom Joad. Fervidi cultori del rapporto tra immaginario cinematografico e musicale, Del Pozzo ed Esposito non potevano che approfondire il tema curando il volume che dà il titolo alla nuova rassegna, Il cinema secondo Springsteen, da oggi in libreria nella collana visionirock del marchio Quaderni di Cinemasud (edizioni Mephite)". (Nino Marchesano, La Repubblica, 31 maggio 2012)
"Ma nelle pagine di Del Pozzo e Esposito, naturalmente, c’è molto di più, da film sconosciuti a tutti quelli che sono stati "sonorizzati" dalla voce di Bruce o dalle sue canzoni, dalla sua capacità di farsi illuminare dall’immaginario cinematografico americano alla disponibilità a rendere il favore, ispirandolo a sua volta. Autore di canzoni-sceneggiatura, padre di personaggi-workin’ class hero che potrebbero uscire da un lavoro di Bogdanovich, di Scorsese, di Coppola, Bruce è nato per correre come i "beautiful losers" di tanti film, non sempre capolavori. E, in attesa dell’ennesimo tributo di adrenalina e sudore che gli pagheranno i tanti fans campani che non si faranno sfuggire l’occasione di rivederlo con le sue nuove canzoni (e, purtroppo, senza Clarence "Big Man" Clemons), il giochino da cinerockettari è un mare di suoni e visioni in cui è dolce naufragare". (Federico Vacalebre, Il Mattino, 30 maggio 2012)
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Diego Del Pozzo e Vincenzo Esposito (a cura di) Rock Around the Screen. Storie di cinema e musica pop
Liguori Editore 294 pagine, 24.50 euro
"Un'opera brillante e dettagliata, che ha il merito di fissare con buona sintesi alcuni punti fermi e di valorizzare il legame tra note e immagine, così cruciale nella cultura pop"
(Donato Zoppo, Jam, Maggio 2010)
"Undici saggi, colti e non pallosi, su cinema e rock. Un altro libro sul tema? Già, ma vale la spesa. Per la scioltezza di linguaggio, la ricchezza dei riferimenti [...].Una manciata competente di studiosi, cinefili, giornalisti, ispirati da un taglio trasversale, ricostruisce contesti e scenari, senza fermarsi alle curiosità da fan né parlare solo agli iniziati"
(Raffaella Giancristofaro, Rolling Stone, Aprile 2010)
"Di monografie sul rapporto tra rock 'n' roll e cinema ne sono già state scritte, ma Rock Around the Screen di Diego Del Pozzo e Vincenzo Esposito risulta oggi la più completa e attuale. [...] Un libro rigoroso e da non perdere"
(Mauro Gervasini, Film Tv, 4 aprile 2010)
"Un excursus ampio e stimolante [...]. Del Pozzo e Esposito mettono ordine in una materia magmatica evitando il pericolo della nostalgia, canaglia soprattutto quando si parla di rock"
(Federico Vacalebre, Il Mattino, 1 febbraio 2010)
alcune mie passioni
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