venerdì 19 settembre 2014

champions league: la "svolta" di platini è democratica o demagogica?

Di Diego Del Pozzo

Per un pugno di voti, mi verrebbe da dire. Nel senso che il presidente dell'Uefa, Michel Platini, per assicurarsi il voto delle Federazioni minori alle varie tornate elettorali che gli garantiscono la poltrona, sta snaturando il senso e abbassando il livello tecnico della Champions League con una politica soltanto in apparenza più democratica, ma in realtà puramente demagogica e, forse, persino un po' pericolosa dal punto di vista della legalità.
Il portiere del Ludogorets si nasconde dopo l'errore decisivo al 93'
Mi riferisco alla variazione - in vigore a partire, ormai, dall'edizione 2009-2010 - dei criteri dei turni eliminatori del torneo, quelli che si giocano ad agosto, in modo da permettere al maggior numero possibile di squadre campioni nazionali dei Paesi calcisticamente meno evoluti (o, più precisamente, quelli col ranking Uefa più basso) di accedere alla fase a gironi, a discapito delle "piazzate" dei campionati di vertice: è la logica - per intenderci - alla base dei famigerati play-off che, quest'anno, hanno visto estromesso anche il Napoli di Benitez per mano dell'ottimo Athletic Bilbao (o il Lille dal Porto), in uno scontro diretto che avrebbe potuto valere forse un ottavo di finale (qui il regolamento della Champions League 2014-2015 e quello più generale della manifestazione dalle origini ai giorni nostri).
La logica conseguenza di tutto ciò, ovviamente, è già da qualche anno un primo turno (quello a gironi) fatto di match poco equilibrati e infarciti di errori e strafalcioni tecnici spesso imperdonabili e, mi spiace dirlo, anche di situazioni un po' sospette o, perlomeno, poco limpide. A dicembre, poi, a qualificarsi per i turni a eliminazione diretta sono, in ogni caso, sempre le solite note, dando il via, così, alla Champions League vera e propria, giocata con scontri diretti di andata e ritorno e fatta di grandi partite e altrettanto grandi giocate.
Quest'anno, più che mai, mi tocca registrare la presenza di un bel po' di squadre scarse o, comunque, abbastanza improbabili nei vari gironi: squadre che, fin dalla prima tornata di gare di questa settimana, hanno saputo perdere anche 5-1 o 6-0, senza opporre resistenza e commettendo errori clamorosi in serie. Tanto clamorosi da far pensare persino a qualcosa di losco: e mi riferisco a episodi come, per limitarmi a pochi esempi, il decisivo (e tecnicamente immotivato) fallo da rigore del portiere dei bulgari del Ludogorets, Milan Borjan (tesserato pochi giorni prima del match), a Liverpool al 93esimo minuto - e, ricordo, la Bulgaria è tra le centrali europee del calcioscommesse globale - o alle molteplici papere dei difensori portoghesi in occasione del pareggio del figlio di Zahovic per il Maribor con lo Sporting Lisbona, anche qui allo scadere. Con riferimento agli anni scorsi, invece, basti citare il caso davvero inquietante della decisiva (per la qualificazione dei francesi) Dinamo Zagabria - Lione 1-7, partita ben al di sotto di ogni sospetto.
Insomma, siamo sicuri che una Champions League più democratica sia davvero anche più "pulita" e, al tempo stesso, più spettacolare?

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