sabato 16 marzo 2013

il papa che ama il calcio: così jorge divenne tifoso del san lorenzo

Di Martin Mazur
(La Gazzetta dello Sport - 15 marzo 2013)

BUENOS AIRES - Dopo la sorpresa e l'emozione immensa, gli argentini escono di casa ed esultano nelle strade. Il Papa è argentino. La Cattedrale sulla Plaza de Mayo di Buenos Aires si riempie in pochi minuti. Suonano i clacson a Rosario e Tucuman. Nel centro di Cordoba si mescolano bandiere argentine e vaticane. A La Plata i bambini cantano davanti al Duomo: «Francisco Primero, te ama el mundo entero». La Villa 31, il quartiere strapovero vicino al lusso di Recoleta e Puerto Madero, piange davanti alla tv. Il Papa percorreva spesso quelle strade di fango e miseria. Parlava con i bambini e esultava ai loro gol nei potreros, i campetti di calcio. Ammiratore del bel gioco, ai colleghi spagnoli dichiarava la sua ammirazione per il Barcellona. Ma la sua grande passione, vissuta in termini moderati ma senza interruzioni, è sempre stata il San Lorenzo.
Corvi e santi, cuervos y santos: ecco i due soprannomi del San Lorenzo, la squadra fondata dal prete Lorenzo Massa per allontanare dalla strada i bimbi poveri. Il rossoblù della maglia è un omaggio a Maria Ausiliatrice. Almagro, Boedo e Flores sono i quartieri vicini dove si sviluppa il tango, la vera identità portegna. È lì che nasce Jorge Mario Bergoglio. I suoi genitori si erano conosciuti in chiesa. Entrambi tifavano per il San Lorenzo, il club del barrio. La scelta di una squadra, momento chiave nella vita di ogni ragazzo di Buenos Aires, per lui sarebbe diventata semplicissima. Nel club giocava a pallacanestro il papà che lo portava allo stadio - il Vecchio Gasometro - a godere con la squadra campione d'Argentina nel 1946. Ma il suo attacco favorito, che fino a poco tempo fa ancora recitava a memoria, è quello del '54: Berni, Col, Benavídez, Sanfilippo e Seoane. Lo racconta il giornalista che gli ha regalato il libro con la storia del San Lorenzo, Walter Nieto. «Eravamo andati a trovare un arcivescovo e io mi vergognavo del nostro regalo banale. Ma lui invece lo prese con affetto e parlò come un tifoso qualsiasi». Francesco finì l'incontro con una battuta: «Lo leggerò con tanta attenzione, sarà quasi come una seconda Bibbia».
Nel 2008, Bergoglio ha officiato la messa per i cent'anni del club. Ed è stato lui a benedire la nuova cappella del campo sportivo, pagata da Viggo Mortensen, il tifoso del San Lorenzo più famoso fino a mercoledì. In quella cappella ha cresimato due ragazzi che oggi fanno parte della rosa, Jonathan Pacheco e Angel Correa. Papa Francesco è tesserato del San Lorenzo da marzo 2008. Mercoledì, mentre il gabbiano si posava sul comignolo, al lotto argentino è uscito il numero 8235. La tessera di Bergoglio porta il numero 88235 (nella foto). È stato l'ultimo grande segno divino. Quattro mesi fa, Buenos Aires ha approvato la restituzione al club del terreno su cui sorgeva il Vecchio Gasometro. Lì verrà costruito il futuro stadio, con i soldi dei tifosi. Sarà il primo vero stadio del popolo. E secondo le voci, ora verrà chiamato Jorge Bergoglio.

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