domenica 18 novembre 2012

apologia di walter mazzarri, allenatore odiato a prescindere

Di Diego Del Pozzo

Dopo il 2-2 casalingo di ieri sera contro il Milan, con tanto di rimonta subita dal Napoli (da 2-0 a 2-2), sono tornate a gridare forte le voci - soprattutto napoletane - contro Walter Mazzarri, accusato dai più di essere troppo rigido, non adatto a guidare una squadra di vertice e altre assurdità simili. Assurdità, però, che a furia di essere urlate e ripetute a cantilena stanno diventando quasi leggende metropolitane, in maniera straordinariamente ingenerosa nei confronti di un uomo di calcio che ha letteralmente forgiato questa squadra.
Partiamo dal match di ieri sera. Molti osservatori ingenerosi affermano che il Napoli sul 2-0 non ha giocato più. Gli stessi osservatori, ancora più ingenerosi, urlano che Mazzarri non capisce nulla di calcio. Però, in realtà, durante Napoli-Milan di ieri sera (contro il miglior Milan della stagione, finora), dal 2-0 in poi è accaduto esattamente quanto segue: 1) Insigne solo davanti al portiere prova a passare a Cavani marcato invece di tirare in porta e segnare il 3-0; 2) nel secondo tempo, Hamsik irrompe in area da sinistra, crossa basso a tagliare tutta l'area piccola e Maggio in scivolata non mette dentro da pochi passi; 3) ancora Hamsik si inserisce centralmente in velocità e tira dal limite dell'area sfiorando il palo (e di solito queste azioni le segna otto volte su dieci); 4) Cavani tira forte dal limite dell'area e costringe Abbiati a un'ottima parata; 5) Ancora Cavani tira e sollecita il portiere milanista alla parata, a conclusione di un'azione tambureggiante del Napoli in area rossonera. A questo punto, Napoli-Milan di ieri sera poteva essere tranquillamente sul 4-1, nonostante la serata non felice di molti azzurri, soprattutto dal punto di vista fisico-atletico (lo stesso Cavani è apparso stanco e meno lucido del solito).
E allora, passando dal particolare al generale, mi chiedo: ma è chiaro ai tanti, troppi nemici di Walter Mazzarri che, se al Napoli manca qualche titolare in attacco, dalla panchina deve alzarsi l'ectoplasma di Edu Vargas, mentre il Milan - squadra quest'anno da metà classifica - può tenere Pazzini e Robinho (senza contare il fantasma di Pato) tra le riserve? E non parliamo nemmeno delle possibili rotazioni di Juventus, Inter e Roma (Destro per Osvaldo è un lusso assoluto). Perché, allora, chi non sopporta il tecnico toscano non prova a chiedersi chi è che tiene questa rosa - nella quale vi sono soltanto due veri fuoriclasse, Cavani e Hamsik; oltre a un fuoriclasse potenziale come Insigne e ad alcuni buoni giocatori - ai vertici del calcio italiano da tre stagioni a questa parte (con tanto di Coppa Italia in bacheca), nonostante una società inadeguata a livello di vertice e spesso assente che costringe il tecnico a metterci sempre la faccia anche in questioni che dovrebbero essere risolte dai dirigenti, come avviene in altre piazze? Dove gli altri, infatti, hanno Marotta e Branca (se non direttamente Agnelli e Moratti, quando serve), Galliani, la coppia Sabatini-Baldini, Lotito, Pradè, Lomonaco, ecc. il Napoli ha sempre e soltanto Walter Mazzarri, peraltro - come si è capito da qualche settimana - con i problemi di salute che lo stanno accompagnando e, forse, a fine stagione lo costringeranno a fermarsi per qualche tempo.
Allora, senza voglia di polemica con nessuno, inviterei i detrattori per partito preso a ragionare con maggiore lucidità e meno isteria su che cosa sia realmente il Napoli di questi anni e su ciò che sta facendo in Italia e in Europa, probabilmente mantenendosi ben al di sopra delle proprie reali possibilità tecniche ed economiche. Poi, tanto si è capito che a fine stagione sarà consumato il divorzio tra Mazzarri e Napoli. E allora temo che molti nodi verranno al pettine e che, finalmente, anche i criticoni di professione capiranno quale (chi) fosse il valore aggiunto di questa squadra, Cavani e Hamsik a parte.
Al Mazzarri di questa stagione imputo, finora, un solo errore grave: aver dato il via libera alla cessione di Gargano, peraltro a una diretta concorrente come l'Inter, invece di provare a convincerlo a continuare a far parte di una rosa di 14-15 titolari che avrebbero ruotato tra loro più o meno regolarmente. Ma, ovviamente, anche in questa vicenda la società si è distinta per assenza, delegando ogni responsabilità direttamente al tecnico. Per quanto riguarda, coloro che criticano l'allenatore per il modo nel quale utilizza Insigne e Vargas, nel primo caso è semplicemente in atto un processo graduale che pian piano porterà il talento di Frattamaggiore a una maglia da titolare fisso, senza bruciarlo di fronte a una piazza complessa come quella partenopea (mai tenera con i propri figli); nel secondo, invece, non dimentichiamo che Mazzarri non aveva chiesto né voleva l'attaccante cileno, perché evidentemente non lo reputava (reputa) adatto al gioco che ha in mente di far praticare alla squadra: Vargas, infatti, non ha il fisico, l'atletismo e l'intensità che servono per reggere i ritmi del calcio italiano ed europeo. Poi, sempre guardando alla rosa attuale degli azzurri, mica è colpa di Mazzarri se in panchina non ha nessun altro attaccante (nemmeno un Cristiano Lucarelli, per dire...) che possa surrogare Cavani in caso di bisogno e, dunque, sia costretto a far fare proprio a Vargas un gioco per il quale non è evidentemente tagliato. Lui il centravanti di riserva lo ha chiesto molte volte ai suoi dirigenti, ma loro non glielo hanno mai preso: due anni fa, addirittura, il presidente Aurelio De Laurentiis bocciò e definì vecchio Luca Toni, quando l'acquisto dell'attaccante oggi (due anni dopo!) in gran spolvero alla Fiorentina era stato praticamente concluso. E perché, invece, nessuno ricorda mai il lavoro notevole fatto dallo staff tecnico azzurro su calciatori come Paolo Cannavaro, Totò Aronica (errore col Torino a parte...), Camilo Zuniga o Goran Pandev (rinato al calcio, nonostante la pausa delle ultime settimane)?
Se Mazzarri fosse un po' più diplomatico e meno arrogante sarebbe probabilmente considerato all'unanimità il miglior allenatore italiano in circolazione. Invece, gli si riconoscono al massimo, quasi come contentino, le buone doti di motivatore, tacendo regolarmente il fatto che mezza Serie A, ha copiato e adottato, negli ultimi due anni, la sua difesa a tre e lo schema tattico 3-5-2 con le sue varianti.
(Articolo pubblicato anche sul sito Napolisoccer.net)

2 commenti:

  1. Condivido parola per parola, virgola per virgola.
    Il tuo amico anonimo

    RispondiElimina
  2. Amico anonimo, allora dovresti materializzarti più spesso.
    Pensa che su un sito specializzato i tifosi (tifosi?) del Napoli mi stanno massacraando per i contenuti di questo articolo...

    RispondiElimina