(La Gazzetta dello Sport - 22 giugno 2011)
a: il viceallenatore degli scozzesi è Terry Butcher, in ordine di apparizione il secondo dei sei inglesi che il 22 giugno 1986 cercarono di fermare l'irresistibile corsa di Maradona verso il gol più bello della storia del calcio. Ventidue anni dopo Butcher, ex stopper dai modi bruschi come racconta il suo cognome (vuol dire macellaio), è ancora furente con Diego. Così furente da convocare i giornalisti per annunciare: "Non gli stringerò la mano".L'episodio finisce lì, interpellato in proposito a Maradona basta replicare con candore finto e feroce "Scusate, chi è Butcher?" per deridere una seconda volta l'antico avversario. Ma nei meandri della sua rabbia un pò sconnessa, il vecchio Terry ha il tempo di spiegare nel profondo il suo odio: non è tanto la slealtà della mano de Dios ad avergli rovinato la vita, quanto la perfidia maradoniana di coprire quell'infamia col massimo capolavoro della storia. Senza il gol del 2-0 tutto il mondo avrebbe schifato per sempre Diego e la disonestà dell'1-0, restituendo agli inglesi, se non la qualificazione alla semifinale, l'onore dei battuti perché truffati, non soverchiati. Quel gol portentoso - equivalente di Guernica per la pittura o The Dark Side of the Moon per la musica - derubrica il colpo di mano a sghiribizzo di un genio in fase di riscaldamento, prima del momento della creazione dell'opera d'arte. Ed è questo che Butcher non è riuscito a mandare giù.
Tra le migliaia di fotografie scattate durante la cavalcata, ce n'è una bellissima che ferma per sempre il momento magico. La palla è in rete e non si vede, Maradona si sta rialzando da terra per correre verso il corner a esultare, ma a colpire sono le reazioni. Trascinato dalla foga Stevens sta finendo contro il palo, Sansom a terra ha il volto amaro della sconfitta, Shilton in piedi è una statua di rassegnazione, Burruchaga è il fratello che per primo scatta ad abbracciare Diego. Valdano, il più sensibile e intelligente, sta allargando le braccia in un gesto che non è di esultanza, ma di meraviglia. Sono una felice comparsa dentro alla Gioconda, è il suo pensiero.
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