lunedì 21 marzo 2011

il romanista doc valerio caprara su fiorentina-roma 2-2

Di Valerio Caprara*
(Corriere Fiorentino - 21 marzo 2011)

Come tutti gli italiani (e non solo) forniti di senno, amo Firenze e la fiorentinità. Amo anche le sfide "cattive" tra la mia Maggica e la Viola perché, come insegnano i film come The Fighter, è nell'aspro eppure leale conflitto sportivo che si misurano le migliori metafore della nostra vita.
E anche nella partita di ieri, nonostante i cattivi presagi di un'annata alquanto misera per le aspirazioni di entrambe le squadre, la suspense non è mancata e l'attentato alle mie coronarie c'è stato.
Asserragliato nel mio bunker napoletano, mentre la città letteralmente esplode di speranze azzurre e rabbie anti-nordiche (vorrebbero essere la nuova Roma), sarei persino disposto a dissertare col garbo di poi con i tanti e illustri amici fiorentini, magari estromettendo dal cerimoniale l'imbarazzante figura del vostro trainer serbo-laziale.
Bravi voi, tignosi noi; certo, il vento ha condizionato le trame; che fortuna abbiamo avuto per le vostre saette che hanno incocciato traversa e palo; nel finale, però, ne avevamo di più e se Ménez ecc…. Però, in fondo, posso limitarmi a pensare d'avervi offerto una chance inestimabile.
Sapete, la nostra vita di tifosi è scivolata accanto a quella di Francesco Totti e moltissimi dei nostri momenti felici sono dipesi da lui. Non dovrete, però, ricorrere ai servizi tv, agli articoli dei giornali, alle chiacchiere del bar.
Ieri su terreno un po' malmesso del Franchi, il nostro campione non solo ha segnato due gol per lui "normali", ma vi ha regalato il grandissimo privilegio di assistere al compimento di una leggenda, al suggello di un mito, all'incisione di un record indelebile degno dei fregi reperibili sui marmi del Foro romano.
* Critico cinematografico e docente universitario di Storia del cinema

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