martedì 29 dicembre 2009

inghilterra: quando il gioco si fa duro...

Di Diego Del Pozzo

Immaginate di dover abbandonare la vostra squadra per qualche settimana, per giocare la Coppa d'Africa con la vostra nazionale. E immaginate di voler salutare il vostro pubblico con una vittoria, che tra l'altro manca da un po' di tempo al vostro club, nonostante siate ancora primi in classifica. Immaginate, quindi, di chiudere il primo tempo della vostra ultima gara prima della partenza con un gol di svantaggio, per di più in un derby contro un avversario sulla carta meno quotato di voi. Cosa fareste in una simile situazione?
Deve essere passato proprio questo per la testa di Didier Drogba, ieri sera, al momento di rientrare negli spogliatoi per l'intervallo di Chelsea-Fulham. E, da grande campione e grande uomo di sport qual è, l'attaccante ivoriano ha pensato bene di reagire da par suo.
E' stato il suo allenatore, Carlo Ancelotti, a svelare ciò che è accaduto nello spogliatoio dei Blues, tra primo e secondo tempo di un match che, poi, il Chelsea è riuscito a ribaltare e a far suo col punteggio di 2-1. Drogba, assieme all'altro "senatore" John Terry, ha iniziato a parlare ai compagni, partendo pian pianino e proseguendo con un crescendo inarrestabile. Ha detto che loro, nel secondo tempo, avrebbero dovuto buttare l'anima e il cuore sul rettangolo verde di Stamford Bridge, perché lui voleva salutare i tifosi con una vittoria. E poi ha detto loro, rassicurandoli, che sarebbe stato proprio lui a siglare il gol del pareggio e che, dopo, tutti insieme sarebbero riusciti a vincere la partita per 2-1: tutte cose puntualmente verificatesi.
Ancelotti ha raccontato queste cose ai media italiani, lasciando emergere dalle sue parole l'enorme ammirazione che ha nei confronti di Didier Drogba, "un uomo - ha sottolineato Carletto - che possiede valori importanti dentro di sé". "Ho lasciato che parlassero direttamente i giocatori - ha concluso il tecnico italiano - perché, in determinati momenti, sono proprio loro a dover prendere posizione e, poi, a fare la differenza": è in simili momenti e in questo modo, infatti, che nascono i grandi gruppi vincenti.

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