(La Stampa - 30 luglio 2011)
Per il calcio francese, meno spendaccione del nostro, attento a valorizzare i vivai, apostolo del fair play finanziario predicato anche dal suo più illustre rappresentante, il presidente dell'Uefa Michel Platini, è una rivoluzione simile a quella che fu, dall'altra parte delle Alpi, l'avvento di Berlusconi. I giornali non sanno se gioire o scandalizzarsi. Le Parisien, le cui pagine sportive raccontano tutto il Psg minuto per minuto, commenta con Hallucinant!. La nouvelle vague ha un nome: Leonardo. I francesi in generale e i tifosi del Psg in particolare ne vanno pazzi.
Intanto, Leonardo era stato a Parigi da giocatore per un'unica memorabile stagione (qui, in una foto d'epoca), finita in gloria il 27 agosto 1997 con un reboante 5-0 alla Steaua Bucarest, quindi il suo ritorno sembra quello del figliol prodigo. Ma poi i francesi adorano i calciatori che oltre al pallone sanno maneggiare anche i congiuntivi. E Leonardo è capace di farlo in sei lingue: oltre alla sua, lo spagnolo, l'italiano, l'inglese, il francese e il giapponese. Oltre le gambe c'è di più. Colleghi e commentatori si estasiano perché il brasiliano a Parigi frequenta musei e teatri: "E' tutt'altro che un idiota - spiega Jean-Michel Moutier, direttore sportivo del Psg dal 1991 al 1998 -. Ama coltivarsi". Piace che piaccia alle donne ("E' un po' il genero ideale, uomo di classe, calmo e caloroso", stavolta a parlare è l'ex compagno di squadra Benoit Cauet), ma anche che abbia fondato insieme all'amico Rai un'associazione caritativa per i ragazzini delle favelas. Insomma, Leonardo entusiasma i francesi di oggi quanto il suo omonimo da Vinci quelli di ieri. La Leonardo-mania è così forte da aver contagiato anche il primo tifoso del Psg e di Francia. "Leonardo è la classe assoluta": Nicolas Sarkozy ha approvato così il gran ritorno a Parigi. Ma pare che non gli sia estraneo. Secondo Jean-Michel Aulas, presidente dell'Olympique Lyonnais, l'arrivo dei qatariani e, a ruota, di Leonardo "si è fatto con la benedizione del Presidente della Repubblica". Di più Aulas non ha detto: misteri della fede calcistica.
Di certo, la costruzione del nuovo Psg va avanti a un ritmo indiavolato. L'arruolamento di Pastore è un grande successo di Leonardo che, 48 ore prima di lui, ha comprato dal Palermo Salvatore Sirigu prendendo due piccioni con un portiere: Sirigu è uno dei migliori amici di Pastore e il numero uno titolare, Nicolas Douchez, è attualmente infortunato. I rivali sono spaventati ma cercano di non farlo vedere. L'allenatore del Lilla campione di Francia, Rudi Garcia, spiega che "è bene che il Psg chiami dei grandi giocatori in Ligue 1. La L1 ne ha bisogno". Il suo collega dell'Olympique de Marseille, Didier Deschamps, non è meno stupefatto dei giornalisti: "Il Psg? Sono uno spettatore come voi. Con l'arrivo di Leonardo, la squadra diventa ancora più competitiva". Forse troppo. Ormai l'allenatore Antoine Kombouaré, unico sopravvissuto della gestione pre-Leonardo, deve vincere o sparire. O, come scrive minaccioso il solito Parisien, "con una rosa così, qualsiasi risultato che non sia il titolo di campione sarebbe una sconfitta".
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