Quanto accaduto martedì sera a Genova, però, deve far riflettere molto seriamente per un altro motivo: la totale inadeguatezza dell'organizzazione italiana (che, per questo, merita una punizione, oltre a quella sacrosanta e ben più pesante che dovrà colpire la Federcalcio serba...) e, in particolar modo, l'inefficienza dei servizi di Intelligence nostrani, evidentemente troppo occupati con vicende amene come la proprietà della presunta casa di Montecarlo del presidente della Camera, invece di tenere sotto controllo una situazione che, tra l'altro, appariva fin troppo chiara anche a un osservatore distratto di cose balcaniche, a maggior ragione dopo gli incidenti verificatisi durante il Gay Pride belgradese di qualche giorno fa. La mafia serba, che per ovvi motivi non vuole l'ingresso di Belgrado in Europa, sta facendo di tutto per far sì che tale ingresso avvenga il più tardi possibile: e quale cassa di risonanza migliore, per i loro obiettivi, di una partita di calcio con l'Italia trasmessa dalle televisioni di mezzo mondo?
Naturalmente, tutto ciò con lo sport non c'entra assolutamente nulla. Ma c'entra, purtroppo, con la credibilità di un Paese - l'Italia - agli occhi del resto d'Europa: sarebbe semplicemente bastato lavorare un po' meglio in fase preventiva, infatti, per far sì che nulla di quanto visto martedì sera a Genova avesse potuto verificarsi...
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