(La Gazzetta dello Sport - 22 giugno 2011)
L'episodio finisce lì, interpellato in proposito a Maradona basta replicare con candore finto e feroce "Scusate, chi è Butcher?" per deridere una seconda volta l'antico avversario. Ma nei meandri della sua rabbia un pò sconnessa, il vecchio Terry ha il tempo di spiegare nel profondo il suo odio: non è tanto la slealtà della mano de Dios ad avergli rovinato la vita, quanto la perfidia maradoniana di coprire quell'infamia col massimo capolavoro della storia. Senza il gol del 2-0 tutto il mondo avrebbe schifato per sempre Diego e la disonestà dell'1-0, restituendo agli inglesi, se non la qualificazione alla semifinale, l'onore dei battuti perché truffati, non soverchiati. Quel gol portentoso - equivalente di Guernica per la pittura o The Dark Side of the Moon per la musica - derubrica il colpo di mano a sghiribizzo di un genio in fase di riscaldamento, prima del momento della creazione dell'opera d'arte. Ed è questo che Butcher non è riuscito a mandare giù.
Tra le migliaia di fotografie scattate durante la cavalcata, ce n'è una bellissima che ferma per sempre il momento magico. La palla è in rete e non si vede, Maradona si sta rialzando da terra per correre verso il corner a esultare, ma a colpire sono le reazioni. Trascinato dalla foga Stevens sta finendo contro il palo, Sansom a terra ha il volto amaro della sconfitta, Shilton in piedi è una statua di rassegnazione, Burruchaga è il fratello che per primo scatta ad abbracciare Diego. Valdano, il più sensibile e intelligente, sta allargando le braccia in un gesto che non è di esultanza, ma di meraviglia. Sono una felice comparsa dentro alla Gioconda, è il suo pensiero.
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