martedì 2 giugno 2015

napoli: due anni belli ma deleteri?

Di Giuseppe Cascone

"I bilanci si fanno alla fine", abbiamo detto spesso durante questo campionato così stressante. E ora che la stagione del Napoli si è chiusa, provo una veloce analisi, al di là dei numeri che, purtroppo, sono impietosi. Faccio mia la frase di un amico, che ieri mattina mi ha detto: "Sono stati due anni belli ma deleteri". Credo che sia proprio così.
C'è stata, infatti, la grande bellezza del calcio-spettacolo, che in alcune gare ci ha esaltato. Ci sono stati due trofei in due anni (e per noi è grasso che cola). Ma ci sono state anche sconfitte umilianti, occasioni perse, giocatori alla lunga svalutati. E poi l'ambiente... Una stucchevole, noiosa, stupida battaglia ideologica che - oltre a generare antipatie verso il Napoli di Benitez - ha inciso retrospettivamente anche sulla memoria del Napoli di Mazzarri e di Cavani, una delle squadre più formidabili della nostra storia. Una battaglia ideologica senza senso.
Gonzalo Higuaìn dopo aver fallito il rigore decisivo in Napoli-Lazio 2-4
Lasciamo perdere il principale quotidiano della città, oppure commentatori campani di giornali e televisioni nazionali (da Malfitano a Criscitiello, ecc.): è gente che ha attaccato Benitez come faceva con Mazzarri. Ma leggere un sito rafaelita che, ancora ieri, parlava di internazionalizzazione del Napoli e di Napoli è sconfortante. Napoli, infatti, con tutti i suoi problemi profondi e dolorosi, è una capitale europea della cultura, come lo stesso Benitez ha più volte riconosciuto.
Quanto poi al business plan e alla cultura aziendale, se dovessimo valutare solo con questo metro, tra i tre anni di Mazzarri e i due di Benitez, in termini di risultati netti e di profitto, non ci sarebbe confronto. Infine, il calcio internazionale che sempre lo stesso sito rafaelita blandisce come una clava è anche quello nel quale si esonera Ancelotti dopo una Champions League vinta e un secondo posto e nel quale Guardiola è sull'orlo dell'esonero dopo due campionati vinti in due anni e due semifinali di Champions League.
In conclusione: del Napoli di Benitez mi mancheranno tanto la classe, l'eleganza e la capacità di stordire e schiacciare gli avversari in alcune partite (il quarto di finale d'andata di Europa League con il Wolfsburg resterà impresso per sempre nella mente e nel cuore). Quello che mi manca, invece, del Napoli di Mazzarri (che mi è mancato in questi due anni, che mi è mancato domenica sera in occasione di Napoli-Lazio) è ciò che lui chiamava "l'anima", ovvero la capacità di non mollare fino all'ultimo secondo, la personalità di squadra, il sacrificio, l'applicazione feroce.

Sarebbe davvero bello se il futuro allenatore del nostro amato Napoli riuscisse nella sintesi miracolosa tra i due Napoli degli anni '10 del XXI secolo, comunque tra le squadre azzurre migliori di sempre. Adiòs, Rafa. Aspettiamo con fiducia e speranza il tuo successore. Buon viaggio.

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1 commento:


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