giovedì 8 dicembre 2011

champions: nel "gruppo della morte" si qualifica il napoli!

Di Mario Zaccaria
(Ansa - 7 dicembre 2011)

Tutti in coro ''Oj vita, oj vita mia''. Cantano i quattromila tifosi del Napoli allo stadio El Madrigal. Gli azzurri sono negli ottavi di finale di Champions League. Per una squadra "rinata" da pochi anni dopo il fallimento è un traguardo prestigioso, grazie al quale la squadra, l'allenatore, il presidente entrano nella storia della società che non aveva mai realizzato un'impresa simile. Serviva una vittoria al Madrigal di Vila-Real e il Napoli la realizza. Senza grandi affanni, senza troppe sofferenze. D'altronde - e lo si era ben capito in occasione dei cinque precedenti incontri del girone - in questo momento la differenza tra le due squadre è netta. Il Villarreal è in crisi profonda e non è un caso che concluda con zero punti in classifica la sua stagione europea.
L'impresa del Napoli è davvero eccezionale (qui, nella foto, l'esultanza dei calciatori azzurri dopo il primo gol di Inler). A Vila-Real mai nessuna squadra italiana era riuscita a portar via l'intero bottino. La squadra di Mazzarri, però, scende in campo con una sola idea in testa: la vittoria. Troppo diversa la determinazione tra le due squadre in campo, troppo grandi le motivazioni del Napoli, troppo pressanti, nella mente e nel cuore dei giocatori del Sottomarino giallo, i problemi di classifica nella Liga per trovare la concentrazione giusta e la forza mentale di giocarsela fino in fondo. "Perché, per chi", si saranno inconsciamente chiesti i padroni di casa? Spazzati via, fugati in una notte magica per il Napoli e per Napoli anche i dubbi e le preoccupazioni del presidente De Laurentiis su un ipotetico premio a vincere che il proprietario del Manchester City avrebbe potuto mettere in campo per alterare artificiosamente gli equilibri del girone e favorire la sua squadra a danno dei partenopei.
All'inizio, per la verità, il Napoli è contratto e timoroso. Nel primo tempo, anzi, gioca la sua peggior partita nel torneo di Champions. Si vede lontano un miglio che gli uomini di Mazzarri sentono la responsabilità di un momento così importante. Sembra quasi che ai partenopei tremino le gambe, che siano più concentrati a difendere la propria porta, piuttosto che proiettarsi in avanti alla ricerca del gol decisivo. Il gioco è equilibrato e le azioni si svolgono ora da una parte ora dall'altra. In campo non c'è cattiveria, anche se l'arbitro norvegese Moen dispensa diverse ammonizioni tra gli spagnoli. Il centrocampo del Villarreal è quasi sempre in inferiorità numerica perché Hamsik scala molto spesso dietro la linea d'attacco per dare una consistente mano in mezzo al terreno di gioco. Ma nonostante ciò, è sull'impostazione delle manovre offensive che gli azzurri appaiono in difficoltà. Quando parte l'azione, chi deve farsi trovare a centro dell'area per la finalizzazione è sempre troppo lento e arriva in ritardo.
Nelle primissime fasi di gioco il Napoli si procura una limpida occasione con Zuniga che conclude debolmente tra le braccia di Diego Lopez. Per tutto il resto del primo tempo, sotto le due porte, nulla da segnalare. La ripresa si apre con una limpida opportunità per De Guzman che si impappina solo davanti a De Sanctis e non riesce a concludere. Poi per forza d'inerzia è il Napoli a guadagnare campo, a mantenere con più continuità in mano il pallino del gioco e a cominciare ad affacciarsi minacciosamente in area di rigore. Dopo un paio di occasioni fallite, Inler trova dalla distanza la via della porta. La replica è affidata a Marek Hamsik e la partita può dirsi conclusa. Rimane solo spazio per la gioia dei tifosi partenopei che hanno invaso il piccolo stadio spagnolo. Ed è solo l'inizio dei festeggiamenti, destinati a durare a lungo, per il raggiungimento di un traguardo che a inizio di stagione sembrava solo un miraggio.

1 commento:

  1. Allora, devo dire che mai avrei pensato che il Napoli si qualificasse e anche fino a martedì nutrivo dubbi. Ma devo riconoscere che l'impresa della squadra di Mazzarri ha un che di epico, sia per il valore delle avversarie, sia per la qualità del gioco espresso nelle sei partite di Champions. Non ci dimentichiamo che questa era la squadra che in Europa League solo un anno fa giocava col braccino, pareggiando quatro partite su sei nel girone e vincendone una sola con la Steaua al 93'. Chapeau

    RispondiElimina