mercoledì 30 giugno 2010

sudafrica 2010: finora è un dominio sudamericano!

Di Diego Del Pozzo

La prima giornata di pausa nel programma di Sudafrica 2010, dopo cinquantasei (56!) match visti in diciannove giorni, mi permette di lasciarmi andare ad alcune considerazioni con un minimo di calma, senza comprimerle tra una partita e l'altra (inclusi i commenti televisivi "pre" e "post" gara).
Le "tendenze" generali emerse finora mi sembrano abbastanza chiare. Ecco le tre a mio avviso più significative:
1) Il calcio sudamericano sta letteralmente dominando questa Coppa del Mondo e riesce a portare, per la prima volta nella storia, ben quattro sue rappresentanti al livello dei quarti di finale (le "scontate" Argentina e Brasile, più Paraguay e Uruguay), cioè la metà delle otto qualificate. Il quadro è completato da tre europee (Germania, Olanda e Spagna) e da un'unica africana (Ghana). E la divisione tra i due lati del tabellone potrebbe addirittura produrre un clamoroso - e, francamente, quasi impossibile - quattro su quattro sudamericano in semifinale e, magari, la prima finale tra Argentina e Brasile nella storia dei Mondiali (qui, nella foto, la splendida modella e showgirl argentina Dorismar, distintasi ripetutamente sugli spalti sudafricani al seguito della squadra del ct Diego Armando Maradona);
2) Per motivi diversi, i "vecchi" e, più in generale, coloro che si sono mostrati incapaci di rinnovarsi e di adeguarsi alle sollecitazioni della Globalizzazione vanno a casa, in maniera più o meno clamorosa. Detto delle due finaliste di quattro anni fa, Italia e Francia, va certamente registrato l'ennesimo flop del calcio africano, che continua a essere gestito, a livello di federazioni nazionali, secondo logiche assolutamente improponibili nel Terzo millennio. Tornando all'Europa, anche la stessa Inghilterra ha pagato a caro prezzo il logorìo fisico di troppe sue star, quasi tutte piuttosto in là con gli anni. L'eccezione perfetta sarebbe stato il venticinquenne Wayne Rooney, che però ha deluso tanto, anche a causa di una ripresa non perfetta dopo gli infortuni di questi mesi. In tal senso, invece, m'è sembrata davvero strana - anzi, quasi masochistica - la rinuncia di un confuso Fabio Capello a Theo Walcott. E, dopo questa ennesima figuraccia della nazionale inglese in una competizione ufficiale, la Golden Generation dei vari Lampard, Gerrard, Terry, Ferdinand, Ashley Cole e compagnia rischia seriamente di ritirarsi senza aver vinto nulla con la maglia dei Tre Leoni;
3) Come scrivevo in conclusione del precedente intervento, ma com'era piuttosto facile da capire anche alla vigilia del Mondiale, chi ha la qualità e la fantasia vince, mentre chi ha puntato tutto sulla forza fisica e sull'atletismo va a casa. Si pensi, in tal senso, alla profonda differenza "filosofica" tra la grigia e derelitta Italia di Marcello Lippi - che ha preferito non chiamare talenti assoluti come Antonio Cassano e Mario Balotelli, per non turbare il gruppo (almeno questa è stata la "scusa" ufficiale) - e nazionali calcisticamente vivaci e tecnicamente superiori alla media come l'Argentina, l'Olanda, la Spagna, il Brasile, ma anche la giovane Germania e il più "quadrato" Uruguay. L'ovvietà di tutto ciò deriva dalla facile constatazione di come, in un calcio ormai atleticamente "eccessivo" e tatticamente maturo a tutte le latitudini, proprio la fantasia e la giocata qualitativamente superiore da parte di coloro che possono permettersela sono destinate a scompaginare le carte, a sbloccare le partite cosiddette "bloccate" e a risolvere le situazioni spinose che, inevitabilmente, si presentano durante una Coppa del Mondo (torneo che, non va mai dimenticato, dura soltanto un mese e non un'intera stagione!).
Adesso, i quarti di finale proporranno due partite sulla carta davvero straordinarie, cioè Olanda-Brasile e Argentina-Germania, ma anche due confronti stimolanti come Uruguay-Ghana e Paraguay-Spagna. E, dopo di allora, ne saranno rimaste soltanto quattro...

martedì 29 giugno 2010

sudafrica 2010: paraguay e spagna completano i quarti

Di Diego Del Pozzo

Il mediocre ottavo di finale tra Paraguay e Giappone, vinto dai sudamericani 5-3 ai calci di rigore dopo il deludente 0-0 dei tempi regolamentari e supplementari, ha fornito ulteriori elementi a coloro che sostenevano, secondo me a ragione, che il girone di primo turno dell'Italia fosse nettamente il meno complicato dell'intero lotto. D'altra parte, già la "corazzata" slovacca aveva dimostrato la propria pochezza contro l'Olanda; e anche la "corazzata" paraguayana ha fatto lo stesso - pur passando il turno - contro un Giappone che, se soltanto avesse osato un po' di più, avrebbe probabilmente potuto avere la meglio sugli avversari in camiseta albiroja (qui nella foto, il centravanti paraguayano Roque Santa Cruz).
Comunque, ai fini di un necessario rinnovamento delle politiche calcistiche italiane, è stata certamente più proficua la vergognosa eliminazione da ultimi al primo turno dietro la Nuova Zelanda piuttosto che quelle, inevitabili, che si sarebbero verificate contro l'Olanda agli ottavi (da seconda del girone) o contro la Spagna ai quarti (da prima): niente più alibi per nessuno e pagina da voltare senza rimpianti!
Tornando ai match odierni, quello certamente più interessante è stato il derby iberico tra Spagna e Portogallo, vinto in maniera logica dalle Furie Rosse, più forti e motivate rispetto a una squadra lusitana tutta schierata sulla difensiva in attesa di chissà quale miracolo da parte di un Cristiano Ronaldo che, ancora una volta, ha fallito con la propria nazionale. Contro un avversario tanto rinunciatario, la Spagna si è fatta bastare l'unico gol, segnato dal solito David Villa in leggero fuorigioco, pur mostrando a sprazzi apprezzabili trame di gioco, soprattutto nel secondo tempo. Anche in questa partita, comunque, la straordinaria qualità tecnica degli interpreti - come nei casi di Argentina, Brasile, Olanda - s'è rivelata determinante per avere la meglio in situazioni che, altrimenti, si sarebbero potute complicare. D'altra parte, chi ha la qualità è giusto che la utilizzi...

lunedì 28 giugno 2010

sudafrica 2010: olanda e brasile avanti tra noia e spettacolo

Di Diego Del Pozzo

Può sembrare strano l'accostamento tra "noia" e "spettacolo", soprattutto quando si parla di calcio. Insomma, una partita può essere noiosa o spettacolare, ma non tutte e due le cose contemporaneamente. Eppure, nei due match odierni degli ottavi di finale dei Mondiali sudafricani, l'Olanda e il Brasile sono riusciti e conciliare bene questi due opposti, anche per "merito" di avversarie come Slovacchia e Cile, assolutamente deludenti e - per motivi diversi - nettamente inferiori. Quelle di oggi, infatti, sono state le gare a eliminazione diretta meno emozionanti e più scontate tra quelle disputate finora in Sudafrica, perché slovacchi (nonostante le due clamorose occasioni da gol vanificate) e cileni non hanno mai dato l'impressione di poter essere realmente in partita contro avversari troppo più forti (ed esperti) di loro.
Nel pomeriggio, dunque, la cinica Olanda molto ben allenata da Bert van Marwijk ha disposto della Slovacchia di Vladimir Weiss II ben oltre il punteggio finale di 2-1, dall'alto di una superiorità tecnica assolutamente indiscutibile. Lo ha fatto, però, giostrando ai consueti ritmi blandi "conditi" ogni tanto dalle improvvise accelerazioni dei suoi numerosi talenti offensivi (Robben, Sneijder, Kuyt, Van Persie; e poi Elia, Huntelaar, Afellay, tanto per gradire...). E lo ha fatto, soprattutto, capitalizzando quasi tutte le occasioni costruite e concedendo pochissimo agli avversari, col cinismo tipico delle grandi squadre. Insomma, forse le "cicale" sono diventate davvero "formiche"; e, in quel caso, non ce ne sarebbe per nessuno. O quasi...
Il "quasi" della situazione potrebbe essere proprio il Brasile super-corazzato di Carlos Dunga, capace di schiacciare, letteralmente, un Cile sempre sbarazzino ma inconcludente e un po' presuntuoso. Dei Verdeoro, invece, hanno impressionato la straordinaria solidità difensiva ben incarnata dai dirompenti Juan e Lucio, il dinamismo e la continuità nel pressing feroce reso ancora più efficace dallo spirito di sacrificio comune, una concretezza inedita nello sfruttare ogni minimo errore degli avversari, una condizione atletica che migliora di partita in partita. E se a questi fattori, solitamente estranei al vocabolario calcistico brasiliano, aggiungiamo la velocità di esecuzione, la tecnica superiore e il gusto per la giocata spettacolare tipici del futebol più autentico, allora sì che ci troviamo di fronte ai favoriti per la vittoria finale.
In ogni caso, lo scontro diretto di venerdì pomeriggio (ore 16, a Port Elizabeth) tra queste due squadre, a modo loro tanto "noiose" (anche a causa della loro forza) e tanto spettacolari, dirà certamente qualcosa di più preciso sulle reali chances di entrambi di conquistare il primo Mondiale africano della storia.

domenica 27 giugno 2010

sudafrica 2010: la germania "non è un paese per vecchi"

Di Diego Del Pozzo

Tra ieri e oggi si sono giocati i primi quattro match degli ottavi di finale del Mondiale sudafricano. E se la giornata inaugurale di questa seconda fase ha offerto spettacoli tutto sommato "minori" - anche se emozionanti e godibili - come le vittorie di Uruguay e Ghana rispettivamente contro Corea del Sud e Stati Uniti (2-1 in entrambi i casi, anche se agli africani sono serviti i tempi supplementari), oggi sono scesi in campo i grossi calibri: prima il match clou tra Germania e Inghilterra, in serata il confronto latino tra Argentina e Messico.
Partendo dalla gara del pomeriggio, non posso fare a meno di sottolineare lo stridente contrasto tra la Germania giovane, multietnica, veloce, sbarazzina e perciò vincente di Joachim Loew e l'Italia lippiana vecchia, grigia, stanca, ripiegata su se stessa e, giustamente, eliminata con ignominia già al primo turno. Nonostante il clamoroso errore arbitrale che ha negato il temporaneo 2-2 all'Inghilterra, infatti, i tedeschi oggi hanno ancora una volta impressionato per la freschezza delle forze messe in campo, per la spregiudicatezza del loro gioco d'attacco e per la rapidità dei capovolgimenti di fronte dovuti certamente anche alla vigorìa atletica degli interpreti selezionati per realizzarli. L'umiliante 4-1 finale - il punteggio più pesante, tra Mondiali ed Europei, nella storia della nazionale inglese - va spiegato anche con la ridicola disposizione difensiva e attitudine mentale degli uomini di Fabio Capello, ma deriva in buona parte proprio dal contrasto tra gioventù ed eccessiva maturità, poiché la stessa Inghilterra è tra le squadre con l'età media più elevata dell'intero lotto. Certo, quattro reti caratterizzate da errori difensivi non depongono a favore degli inglesi, né del proprio strapagato tecnico italiano, ma la Germania approdata con tale e tanta autorità ai quarti di finale è squadra che può fare ancora strada e che, probabilmente, è destinata a dominare il calcio europeo dei prossimi cinque-sei anni. D'altra parte, non è un caso se la Germania ha vinto, in rapida successione, i recenti Europei Under 17, Under 19 e Under 21: il segreto è nella cura dei vivai, ma anche nella piena accettazione dei mutamenti derivanti dalla globalizzazione (i tedeschi di oggi si chiamano Khedira, Ozil, Boateng, Podolski, Gomez, oltre che Schweinsteiger, Lahm e Muller...).
In serata, passando all'altro match odierno, l'Argentina maradoniana ha superato 3-1 un ottimo Messico, favorita dall'errore della terna arbitrale capeggiata da Rosetti in occasione del primo gol di Tevez, da una topica difensiva messicana che ha prodotto il raddoppio di Higuain ma, soprattutto, dalla straripante qualità tecnica di troppi titolari in camiseta albiceleste: qualità ben incarnata dall'ennesima ottima gara di Messi e dallo straordinario terzo gol di un grandissimo Carlitos Tevez. Con questo gruppo di impareggiabili solisti penso che il neo-ct Diego Armando Maradona possa davvero permettersi semplicemente di motivarli e gestirli, forte del suo inimitabile carisma. Al resto, infatti, penseranno loro...

sabato 26 giugno 2010

sudafrica 2010: il bilancio dopo la prima fase

Di Diego Del Pozzo

La prima fase della Coppa del Mondo di Sudafrica 2010 ha detto diverse cose interessanti, sancito eliminazioni clamorose (Italia e Francia su tutte), messo in evidenza piacevoli realtà poco conosciute e/o reclamizzate nonché dato spazio a tanti giovani calciatori di talento (su tutti: Messi e gli argentini, i tedeschi Ozil e Thomas Muller, il cileno Alexis Sanchez, l'uruguayano Luis Suarez, il messicano Hernandez, Marek Hamsik, lo statunitense Michael Bradley, il giapponese Honda).
Ma ecco, secondo me, le principali tendenze "geopolitiche" emerse dalle prime quarantotto gare:
1) Il calcio sudamericano ha letteralmente dominato questa prima fase, qualificando d'autorità tutte e cinque le sue rappresentanti e vincendo ben quattro gruppi (con Uruguay, Argentina, Paraguay e Brasile) su cinque (col Cile finito a pari punti con la Spagna e classificatosi secondo soltanto per la differenza reti). La congiuntura è certamente favorevole, ma forse c'è anche qualcos'altro che può spiegare un simile risultato: probabilmente, infatti, le durissime qualificazioni sudamericane hanno fatto arrivare queste nazionali più rodate al Mondiale, rispetto alle squadre europee. Tra l'altro, alcuni sorteggi favorevoli e l'oggettiva forza delle capofila potrebbero produrre una massiccia presenza sudamericana pure al livello dei quarti di finale;
2) L'Africa fallisce ancora una volta; e quello che doveva essere il "Calcio del Duemila" rischia di diventare quello del "Tremila". Cinque partecipanti su sei (compresi i padroni di casa) sono già fuori dal torneo, col solo Ghana presente agli ottavi di finale. Sempre i soliti, i difetti evidenziati dalle africane: anarchia tattica, disorganizzazione complessiva, scarse capacità di concentrazione, età media elevata a causa delle torbide politiche con le quali vengono gestite le rappresentative giovanili (non a caso, proprio nel Ghana tali difetti sono poco presenti). In più, stavolta, ha contato molto anche l'enorme pressione derivante dal dover giocare il Mondiale per la prima volta nel proprio continente;
3) Rispetto all'Africa, si lascia preferire ancora una volta l'Asia, quantomeno a livello di vertice. Le due "punte di diamante" del movimento calcistico continentale, Corea del Sud e Giappone, si qualificano agevolmente, superando due gironi non proprio semplicissimi ed evidenziando la consueta ottima condizione atletica, ma anche una certa sapienza tattica e, nel caso del Giappone, pure una tecnica individuale superiore alla media (con punte d'eccellenza come il fantasista Honda);
4) Assieme al dominio sudamericano, fa scalpore la facilità con la quale Messico e Stati Uniti hanno superato i rispettivi gironi di qualificazione, in entrambi i casi mettendo in mostra squadre compatte e già pronte per fare ulteriore strada (soprattutto gli americani, ben più esperti degli sbarazzini e talentuosi messicani, ma anche più fortunati nel sorteggio...);
5) Tante grandi "storiche", soprattutto europee, hanno fatto enorme fatica e "acchiappato" la qualificazione soltanto all'ultima gara (Inghilterra, Germania, Spagna). Naturalmente, però, a fare rumore sono state soprattutto le clamorose eliminazioni delle due finaliste della passata edizione, Italia e Francia, tutte e due classificatesi in coda ai rispettivi gruppi e giunte alla fine di un'epoca della loro gloriosa storia calcistica.
Nel pomeriggio, comunque, prendono il via gli ottavi di finale a eliminazione diretta, dei quali ricapitolo il quadro completo: Uruguay - Corea del Sud, Stati Uniti - Ghana, Germania - Inghilterra, Argentina - Messico, Olanda - Slovacchia, Brasile - Cile, Paraguay - Giappone, Spagna - Portogallo. Il livello di difficoltà del tabellone è sbilanciato dal lato dell'Argentina, dove ci sono anche tedeschi e inglesi, mentre per Spagna e Brasile il cammino potrebbe essere appena appena più agevole (ma i sudamericani potrebbero trovare l'Olanda nei quarti). Assolutamente privo di squadroni tradizionali - la Celeste ha tradizione, ma non è più uno squadrone da decenni - è, invece, il primo quarto del tabellone, dove una tra Uruguay, Sud Corea, Ghana e Stati Uniti arriverà certamente alla semifinale. E già questa sarà una piccola rivoluzione...

venerdì 25 giugno 2010

sudafrica 2010: quagliarella e altri "misteri" italici

Di Diego Del Pozzo

Dietro la fragorosa eliminazione dell'Italia campione mondiale uscente, classificatasi ultima nel girone più facile dell'intero lotto (alle spalle persino dei dilettanti neozelandesi!), si celano alcuni "misteri", sui quali sarebbe bello, prima o poi, che qualcuno facesse luce in maniera chiara. L'esistenza di questi "misteri", naturalmente, si giustifica col modo nel quale l'ex commissario tecnico Marcello Lippi ha gestito, in questi anni, la nazionale di calcio, considerandola una propria proprietà privata attraverso la quale regolare conti in sospeso e promuovere calciatori "amici degli amici".
Le cose che fanno "pensar male" sono tante: per esempio, la presenza costante di un giocatore mediocre come Simone Pepe nelle convocazioni lippiane degli ultimi anni; oppure esclusioni "strane" come quella del campione mondiale 2006 Barzagli (mai più ripescato, nemmeno l'anno scorso, quando vinceva la Bundesliga col Wolfsburg e veniva unanimemente inserito tra i migliori difensori del campionato tedesco) o dell'altro iridato Zaccardo, quest'anno alla migliore stagione della carriera nel Parma di Guidolin (e di entrambi, probabilmente, si sarebbe molto giovata la fallimentare spedizione sudafricana); o ancora l'insistenza su un gruppo juventino assolutamente improponibile, con i picchi dadaisti della fiducia data per molti mesi a Legrottaglie (per fortuna escluso all'ultimo momento) e dell'assurda convocazione dell'ectoplasma Camoranesi. E potrei continuare ancora a lungo...
Senza voler passare per tifoso, però, il "mistero" più grande di queste settimane sudafricane riguarda Fabio Quagliarella ed è stato smascherato grazie all'impressionante secondo tempo che l'attaccante del Napoli ha disputato giovedì pomeriggio contro la Slovacchia: in appena mezz'ora, infatti, lui da solo è riuscito a costruire più azioni da gol che tutti i suoi compagni di reparto in tre partite, propiziando la rete di Di Natale con una travolgente azione personale, segnando "alla Totti" il più bel gol della prima fase di Sudafrica 2010, siglando un'altra rete annullata per fuorigioco di mezzo millimetro e un ulteriore "quasi-gol" respinto dentro-fuori dal ginocchio di Skrtel.
Si badi bene, Quagliarella non è un campione. Però, è un ragazzo tecnicamente dotato, duttile, veloce e molto generoso, pieno di quella sfacciataggine e incoscienza tecnica - Maradona lo definirebbe "un maleducato del pallone" - che lo porta regolarmente a cercare "colpi" magari difficilissimi ma che, in caso di successo, sono in grado di rovesciare l'inerzia di un match. E, considerando la penuria di personalità e fantasia nella rosa dell'Italia lippiana in Sudafrica (priva di talenti assoluti come Cassano e Balotelli), queste caratteristiche le aveva soltanto lui. Perché, allora, non sfruttarle nel momento del bisogno? Se a ciò si aggiunge la straripante condizione atletica di Quagliarella, nettamente superiore a quella del resto della squadra e - immagino - ben evidente anche durante gli allenamenti, il "mistero" diventa ancora più "misterioso" (per citare uno spot televisivo interpretato dallo scrittore Carlo Lucarelli).
D'altra parte, Quagliarella era stato inserito nei ventitré convocati soltanto all'ultimo secondo e tra mille ripensamenti, a discapito del favorito Giuseppe Rossi (che, a sua volta, avrebbe comunque meritato di esserci). Ed era evidente fin da allora, quindi, come Fabio non rientrasse pienamente nei progetti dell'ex ct, arresosi già al Sestriere proprio di fronte alla forma smagliante dell'attaccante partenopeo. Naturalmente, però, mica questo pretendeva pure di giocare... Ci mancherebbe altro...

giovedì 24 giugno 2010

sudafrica 2010: un'italia vergognosa torna subito a casa

Di Diego Del Pozzo

Un'Italia assolutamente vergognosa riesce a fare peggio persino della Francia (almeno dal punto di vista tecnico) e saluta il Mondiale sudafricano già al primo turno, finendo ultima nel girone più facile dell'intero lotto. Il peggior risultato di sempre della nazionale italiana ai Mondiali di calcio - dal 1930 al 2006 non era mai stata eliminata al primo turno senza nemmeno una vittoria - è giunto al termine di una partita sconcertante e indifendibile da ogni punto di vista, meritatamente persa oggi pomeriggio contro la modesta Slovacchia, capace di segnare addirittura tre reti alla difesa dei campioni mondiali uscenti.
E va detto subito che il 3-2 finale non rende pieno merito alla squadra di Vladimir Weiss II, che ha ordinatamente disposto a proprio piacimento di un'avversaria a corto di idee, fiato, carattere e personalità. Tutto ciò nonostante la - peraltro scontata - reazione degli azzurri nel corso del secondo tempo, giunta dopo aver colpevolmente regalato agli avversari, però, l'intera prima frazione di gioco.
L'Italia ha mostrato ancora una volta la propria congenita incapacità di costruire trame di gioco degne di questo nome, evidenziando una tremenda confusione a centrocampo, un'assenza di qualsivoglia proposta offensiva sulle fasce, una pochezza negli uomini d'attacco addirittura umiliante e, last but not least, una solidità difensiva paragonabile a quella di un panetto di burro su un'assolata spiaggia agostana. Naturalmente, di tutto ciò ha colpa innanzitutto l'ineffabile commissario tecnico Marcello Lippi, il quale ha voluto perseverare diabolicamente in errori che persino il più distratto degli osservatori aveva individuato almeno dal momento delle convocazioni (se non prima).
Dunque, ecco dove Lippi, secondo me, ha sbagliato totalmente:
1) Nell'aver creduto ciecamente in troppi calciatori che avevano ampiamente dimostrato, durante la stagione, di non godere di una condizione atletica perlomeno accettabile e/o di esser giunti al capolinea delle rispettive carriere (Zambrotta, Cannavaro, Gattuso, Camoranesi su tutti);
2) Nell'aver riempito la rosa di giocatori chiaramente "di categoria", privi della personalità (un Totò Di Natale francamente ridicolo a questi livelli, soprattutto se doveva essere colui che avrebbe dato fantasia alla squadra) o delle qualità tecniche (il rozzo maratoneta Pepe) necessarie per affrontare la pressione e il livello di competizione di una Coppa del Mondo;
3) Nell'aver delegato al solo Pirlo - poi infortunatosi durante il ritiro al Sestriere - le geometrie e tutti i compiti di costruzione della manovra offensiva, senza assicurarsi la presenza in rosa di un possibile rimpiazzo convincente del milanista (tra un po' potrà esserlo Montolivo, che però è un altro tipo di giocatore);
4) Nell'aver ostinatamente ignorato - per motivi extratecnici - giocatori di talento e personalità come Antonio Cassano e Mario Balotelli, ideali per "colorare" - magari anche partendo dalla panchina - una squadra altrimenti grigissima e, al tempo stesso, dotati di quella personalità, sfrontatezza, persino incoscienza che tanto sono mancate nelle disastrose tre gare sudafricane;
5) Nell'aver "spompato" un generoso Zambrotta con tre partite su tre dall'inizio, lasciando il tonico Maggio a marcire in panchina fino al secondo tempo del match decisivo (Christian avrebbe potuto dare un logico cambio all'esterno del Milan contro la Nuova Zelanda, in modo da averlo più fresco oggi contro la Slovacchia);
6) Nell'aver altresì ignorato fino al secondo tempo della gara decisiva un Fabio Quagliarella (nella foto sopra, le sue lacrime al fischio finale) che - come m'ha fatto notare l'amico Pippo nel suo sms post-gara - ha costruito più occasioni da gol in mezz'ora di tutti i suoi compagni di reparto in tre partite. Quagliarella, tra l'altro, è l'unico uomo in rosa dotato della salutare "faccia tosta" che permette, magari, di tentare un colpo rischioso ma eventualmente determinante (si veda il suo splendido gol odierno), proprio come avrebbero potuto fare - se soltanto fossero stati convocati - i già citati Cassano e Balotelli;
7) Nell'aver fatto venire il mal di testa ai giocatori, cambiando continuamente disposizione tattica senza trovare uno schema che potesse fungere da modulo di partenza per questa nazionale.
Dunque, nonostante i rimpianti da tifosi per i due "quasi-gol" odierni di Quagliarella (che sarebbero stati decisivi), mi sembra che l'eliminazione al primo turno sia assolutamente meritata, direi persino logica per quanto (non) s'è visto in campo, anche se l'ultimo posto nella classifica del gruppo più facile dell'intero lotto resta un risultato francamente vergognoso per l'intero movimento calcistico nostrano. La tanto vituperata Francia, per fare un ovvio paragone, è giunta ultima in un girone che, però, vedeva schierati anche Uruguay, Messico e i padroni di casa del Sudafrica: probabilmente, in quel gruppo l'Italia avrebbe chiuso a zero punti, invece che a due!
Mi sembra evidente che adesso, oltre al cambio di guida tecnica già deciso e formalizzato (il nuovo ct sarà Cesare Prandelli), l'Italia calcistica debba voltare pagina con decisione e senza rimpianti, ringraziando una volta per tutte i campioni mondiali del 2006 e ripartendo dai ventiduenni-ventiquattrenni, con l'obiettivo di qualificarsi per l'Europeo 2012 e disputarlo in maniera convincente, in modo da provare a far dimenticare - ma ci vorrà molto tempo - questa pagina assolutamente vergognosa. E ripeto volutamente questo aggettivo, poiché calcisticamente l'Italia non è la Bielorussia o il Venezuela; e non può chiudere un Mondiale alle spalle dei volenterosi dilettanti neozelandesi.

mercoledì 23 giugno 2010

sudafrica 2010: argentina avanti a punteggio pieno

Di Diego Del Pozzo

La notevolissima Argentina di Diego Armando Maradona è, finora, l'unica squadra qualificatasi a punteggio pieno per gli Ottavi di finale del Mondiale sudafricano.
Le riserve della Selecciòn, infatti, ieri sera hanno battuto anche la Grecia, grazie all'ennesima prestazione convincente di un Leo Messi al quale manca soltanto il gol e all'eccesso di classe e talento di troppi uomini presenti in rosa (straordinari, in tal senso, gli ultimi venti minuti di Javier Pastore, giustamente lodato da Maradona, che l'ha definito uno che gioca "come se avesse quattro-cinque Mondiali sulle spalle").
E se il neo-ct Diego - spettacolare anche a bordo campo, come lo era da calciatore - riuscirà a convincere se stesso a mettere in panchina un Martin De Michelis ancora una volta letale (per i suoi) in fase difensiva, magari sostituendolo con Burdisso accanto a Samuel o accentrando Heinze in caso di indisponibilità di The Wall, allora sì che l'Argentina potrebbe proporsi come la grande favorita per la vittoria finale. Perché dal centrocampo in su, tra riserve e titolari, non ce n'è per nessuno. Per ora, comunque, non posso che ribadire i miei complimenti a Maradona per come - tra baci, abbracci, pacche sulle spalle e tonnellate di pura leadership - ha saputo cementare un gruppo "complicato", che appare invece davvero straordinariamente unito (senza rinunciare, per questo obiettivo, al talento: vero Lippi?). E ulteriori complimenti a Diego anche per l'intuizione felice di far scendere in campo ieri sera, seppur per qualche minuto, pure il suo stagionato pupillo Martin Palermo, che lo ha ripagato siglando la rete del definitivo 2-0 (nella foto, l'esultanza dei due, legatissimi e felicissimi).
Nell'altra gara del gruppo, la Nigeria ha sprecato un'occasione davvero unica per qualificarsi alle spalle dei sudamericani, pareggiando 2-2 con la Corea del Sud (a sua volta qualificata come seconda) nonostante un dominio netto e almeno due occasioni pazzesche letteralmente divorate davanti alla porta (quella di Yakubu, in particolare, sembra una gag comica...). Peccato, perché le africane rischiano seriamente di essere tutte eliminate già al primo turno di questo Mondiale: ormai, a meno di miracoli della Costa d'Avorio, le speranze dell'intero Continente sono legate al solo Ghana, che tra meno di un'ora si giocherà la qualificazione con la Germania nel match più affascinante della giornata odierna.

martedì 22 giugno 2010

sudafrica 2010: il mondo ride di noi (1-1 con i "kiwi"!!!)

Di Diego Del Pozzo

Ho aspettato un paio di giorni, prima di scrivere di Italia - Nuova Zelanda 1-1. Giusto per riprendermi un po' dallo shock (qui sotto, gli azzurri a rapporto il giorno dopo).
Sì, perché il risultato di domenica pomeriggio costituisce, a mio avviso, la peggiore sopresa negativa nell'ultracentenaria storia della nazionale italiana. Peggiore anche della sconfitta del 1966 con la Corea del Nord, dato che quell'Italia veniva da un lungo periodo di magre e avrebbe voltato pagina soltanto di lì a un paio d'anni, grazie alla vittoria agli Europei casalinghi del 1968 e al secondo posto mondiale di Mexico 1970. Stavolta, invece, ci presentavamo in Sudafrica da campioni mondiali uscenti, seppur con una rosa che non convinceva nessuno tranne l'ineffabile commissario tecnico Marcello Lippi. Dopo la mezza delusione del pari d'esordio col Paraguay (1-1 in rimonta, grazie a una papera del portiere avversario), gli osservatori più "avvertiti" erano tutti d'accordo sul fatto che l'Italia avrebbe dovuto lanciare un segnale al resto del torneo proprio contro i neozelandesi, vincendo facile e, magari, seppellendo gli avversari sotto una caterva di gol. Insomma, per intenderci, lo stesso segnale lanciato ieri dal Portogallo contro la Corea del Nord (7-0!!!), compagine più o meno equivalente a quella kiwi.
E invece, grazie al consueto regalo difensivo di un capitan Cannavaro sempre più impresentabile, i campioni in carica sono stati costretti addirittura alla rimonta, concretizzata grazie a un arbitro estremamente generoso e alla grande esperienza di Daniele De Rossi, che si conquistava con le unghie un calcio di rigore che, a parti rovesciate, non credo sarebbe stato concesso. Ottenuto il pari, però, l'Italia è stata costretta ad attaccare e - bestemmia!!! - a creare gioco, ovvero le due cose che questa squadra appare incapace di fare per sua stessa costituzione. Sia quella col Paraguay che la seconda con la Nuova Zelanda, infatti, sono diventate ben presto le classiche gare durante le quali si sarebbe dovuto alzare dalla panchina un Cassano o, meglio ancora, un Balotelli, per dare la cosiddetta "scossa" a un gruppo disorientato e depresso, capace di concepire qualcosa di realmente offensivo (per gli avversari) soltanto con un Montolivo definitivamente maturato anche a livello di nazionale.
Non ci voleva un genio per capirlo, ma Lippi ha fatto finta di non cogliere una serie di elementi che, invece, si stanno rivelando assolutamente determinanti:
1) Buffon, Cannavaro, Zambrotta, Gattuso, Pirlo, Camoranesi - cioè sei uomini-cardine della vittoriosa spedizione tedesca - hanno quattro anni e mille battaglie in più sulle spalle;
2) In rosa non c'è più la classe, seppur a mezzo servizio e scartamento ridotto, di Francesco Totti e Alex Del Piero (non sostituiti da nessuno di pari livello e personalità: Di Natale è semplicemente un buon giocatore "di categoria" e non ha la personalità per far bene in un Mondiale...);
3) Troppi giocatori convocati vengono da una stagione disastrosa, nel corso della quale hanno evidenziato scarsissima condizione atletica;
4) Alcuni uomini di grande importanza per questa squadra, Gilardino su tutti, sono in condizioni psico-fisiche disastrose;
5) La mitizzazione del concetto di "gruppo" ha impedito inserimenti che, invece, in questo contesto di squadra sarebbero stati decisivi (primo tra tutti quello di Balotelli). Un commissario tecnico di gran lunga meno esperto di Marcello Lippi, cioè Diego Armando Maradona, ha cementato un gruppo molto più "complicato" di quello azzurro, nel quale deve gestire personalità forti come Veron, Tevez, Samuel, Heinze, De Michelis, Higuain e tanti altri (mica Pepe, Criscito, Marchisio e Di Natale...).
Insomma, alla vigilia della decisiva partita con la deludente Slovacchia di Marek Hamsik, la situazione dell'Italia appare meno deludente soltanto di quelle della ridicola Francia di Domenech e della spaurita Inghilterra di Capello. Ormai, il primo posto sembra definitivamente fuori portata e, anche in caso di qualificazione agli ottavi, lo spettro dell'Olanda è appena dietro l'angolo. E, in caso di miracolosa vittoria, ci sarebbe addirittura il Brasile nei quarti. Però, Lippi ci tiene a far sapere che il gruppo dell'Italia è solido e che tutti i giocatori sono amici tra loro...

domenica 20 giugno 2010

sudafrica 2010: una ridicola francia si copre di vergogna / 2

Di Diego Del Pozzo

Prosegue la sitcom-trash francese ai Mondiali di calcio sudafricani. Dopo gli "sfanculamenti" di Nicolas Anelka nei confronti del commissario tecnico Raymond Domenech e la conseguente cacciata dello scostumato centravanti dal ritiro transalpino, dopo il "grido di dolore" del capitano Patrice Evra contro il "traditore" che avrebbe spifferato l'alterco ai media, dopo le scandalizzate prese di posizione di Sarkozy, i nuovi episodi della serie più seguita dagli spettatori sudafricani hanno fatto registrare quanto segue:
1) I giocatori hanno improvvisamente deciso di non allenarsi, per solidarietà col loro compagno cacciato via;
2) Il ct Domenech ha letto un comunicato della squadra, davanti alla stampa sbigottita e un po' schifata;
3) Il preparatore atletico dei Blues è quasi venuto alle mani con Evra sul campo di allenamento vuoto e ha dato le proprie dimissioni immediate;
4) L'ineffabile Domenech ha convocato una conferenza stampa per spiegare ai media "l'indicibile stupidità" dei propri calciatori;
5) Il ministro francese dello sport ha parlato di "vergogna per la nazione", derivante dal comportamento della squadra di calcio;
6) La gloria nazionale Zinedine Zidane - specializzato in grandi giocate e in testate allo stomaco degli avversari - ha dichiarato "urbi et orbi" di non essere il "grande vecchio" al quale i "senatori" della squadra si rivolgono, dopo avere sfiduciato Domenech, per chiedere consigli sulla migliore formazione da schierare in campo.
Insomma, mentre gli altri si allenano più o meno duramente, nel ritiro della Francia ci si diverte sul serio...

sabato 19 giugno 2010

sudafrica 2010: una ridicola francia si copre di vergogna / 1

Di Diego Del Pozzo

Il disastro della Francia ai Mondiali sudafricani sta assumendo contorni sempre più inquietanti e vergognosi.
Dopo la netta e meritata sconfitta contro il Messico, infatti, L'Equipe di oggi ha reso noto il violento alterco verificatosi nell'intervallo del match tra il ridicolo commissario tecnico Raymond Domenech e uno dei "senatori" della squadra, il fumantino Nicolas Anelka, che di fronte ai rilievi del suo allenatore - dopo un primo tempo assolutamente deludente - non ha trovato di meglio da fare che urlargli "Vai a farti fottere, figlio di puttana!", ricevendo in cambio una ovvia sostituzione e, ieri sera, l'esclusione definitiva dalla rosa per decisione diretta del presidente della Federcalcio transalpina.
In seguito a tutto ciò, il capitano Patrice Evra ha pensato bene di prendere le pubbliche difese dello scostumato compagno escluso - "mollando" ufficialmente il suo discusso ct, già sfiduciato da tutti i "senatori" - e di stigmatizzare la presenza di un "traditore" (parole sue!) all'interno della squadra.
Di fronte a questo squallido spettacolo, che si abbina a quello altrettanto squallido offerto sul terreno di gioco, spero davvero che la Francia vada fuori - com'è quasi certo, d'altronde - dopo la prossima partita e liberi il torneo dalla sua presenza (conquistata, peraltro, in maniera truffaldina e anti-sportiva grazie al famigerato fallo di mano di Henry, col quale ebbe la meglio nel playoff-qualificazione contro la più meritevole Irlanda trapattoniana).

venerdì 18 giugno 2010

sudafrica 2010: l'argentina vola e maradona fa... gli scongiuri

Dopo la seconda vittoria consecutiva - 4-1 sulla Corea del Sud - l'Argentina di Maradona inizia ad avere tutti gli occhi puntati addosso. E, poiché - come si dice a Napoli - "Valgono cchiù l'uocchie che 'e schioppettate" (cioè "Colpiscono più gli occhi che le fucilate"), mi sembra giusto che il grande Diego inizi a fare, napoletanamente, gli scongiuri...

mercoledì 16 giugno 2010

sudafrica 2010: il punto dopo la prima giornata

Di Diego Del Pozzo

La prima giornata del Mondiale sudafricano s'è conclusa con la sconcertante e non pronosticabile vittoria della Svizzera sulla favoritissima Spagna, battuta 1-0 in contropiede dopo aver concluso una ventina di volte verso la porta avversaria. Va sottolineata, però, la buona prestazione di una squadra elvetica compatta, motivata, difensivamente di alto livello e persino pericolosa in un paio di ripartenze. Gli iberici, invece, hanno evidenziato lo storico difetto che tutti credevano fosse stato cancellato dalla vittoria all'Europeo di due anni fa: quello, cioè, di specchiarsi troppo nella loro imbarazzante superiorità tecnica. Non credo, comunque, che la Spagna possa correre il rischio di essere eliminata al primo turno.
L'altra grande favorita della vigilia, il Brasile "europeo" di Carlos Dunga, ha invece avuto la meglio di misura (2-1) su una Corea del Nord arcigna e motivatissima. Alla fine, però, un paio di lampi dei tanti solisti brasiliani sono bastati per risolvere una gara che si stava facendo complicata. Adesso, i Pentacampeones sono attesi dalle altre due corazzate del girone, Costa d'Avorio e Portogallo, che hanno impattato tra loro a reti bianche.
Detto altrove delle ottime Argentina e Germania, vanno evidenziate le deludenti prestazioni della Francia e dell'Inghilterra, con particolare menzione negativa per la squadra di Capello, tradita ancora una volta da una "papera" di un suo portiere e da una mentalità tremebonda. Da parte sua, l'Olanda ha impressionato per solidità e voglia di vincere (2-0 sulla Danimarca), pur senza entusiasmare dal punto di vista del gioco: proprio questo, però, dovrebbe preoccupare gli avversari, perché se le "cicale" si mettono a fare le "formiche" potrebbe non essercene per nessuno.
Chiusura d'obbligo per la grigia Italia di Marcello Lippi, che ha recuperato una gara difficile contro il Paraguay, dimostrando buona tenuta atletica e mentale, ma pessime condizioni di un paio di uomini-chiave in difesa e attacco: capitan Cannavaro e il centravanti titolare Gilardino. Per come si era messo il match, però, sarebbe stato estremamente utile - vero Marcello? - avere a disposizione un Cassano o, meglio ancora, un Balotelli pronto ad alzarsi dalla panchina per dare la scossa a una squadra che, invece, è apparsa - come si sapeva - totalmente priva di fantasia e geometrie plausibili, appannaggio in rosa del solo Pirlo, tristemente infortunato. Nel 2006, anche se a "scartamento ridotto", c'erano comunque Francesco Totti e Alex Del Piero...

martedì 15 giugno 2010

sudafrica 2010: germania e argentina partono bene

Di Diego Del Pozzo

Tra le "grandi" tradizionali scese in campo finora in Sudafrica, quelle che hanno maggiormente impressionato sono state la giovane Germania di Joachim Loew e la spettacolare Argentina maradoniana.
La prima ha sotterrato una comunque deludente Australia, mostrando trame veloci e incisive e tanti talenti provenienti dalle giovanili europee più vincenti degli ultimi anni. Naturalmente, però, il 4-0 sui Canguri va pesato per quello che realmente è. Così, la squadra tedesca va, senz'altro, testata in gare più dure, anche per capire se l'attuale giovane talento non sia, però, acerbo in termini di personalità: insomma, bisogna capire come reagirà la Germania alle prime difficoltà (Serbia?).
Per quanto riguarda l'Argentina, invece, limiti e pregi sono quelli che si potevano immaginare alla vigilia: una difesa centrale traballante (soprattutto in De Michelis) e un attacco assolutamente devastante, in particolare quando imposta e scambia palla in velocità (chi altri può permettersi contemporaneamente Tevez, Messi, Di Maria, dietro a Higuain?). Anche qui, però, la Selecciòn va valutata contro formazioni più "quadrate" e meno svagate della Nigeria, come al solito forte tecnicamente e atleticamente ma totalmente fuori contesto dal punto di vista mentale. Per adesso, comunque, va apprezzato il modo nel quale il commissario tecnico Diego Armando Maradona ha impostato un gruppo che, visto da fuori, sembra davvero solido e unito. Visto il talento a disposizione, potrebbe anche bastare...

sabato 12 giugno 2010

sudafrica 2010: il mio ranking "ragionato"

Di Diego Del Pozzo

Ieri pomeriggio s'è aperto l'attesissimo Campionato del Mondo di calcio sudafricano. Ebbene, come introduzione a Sudafrica 2010 ecco il mio personalissimo ranking, arricchito da una breve descrizione dei punti di forza e di debolezza di ciascuna nazionale presente a questa edizione dei Mondiali.
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1) Brasile
- I Più - La difesa più forte del torneo, il pragmatismo del suo allenatore e i "lampi" dei suoi solisti;
- I Meno - Le reali condizioni fisico-atletiche di Kakà e poche alternative in panchina.
2) Spagna
- I Più - In assoluto la rosa più completa e qualitativa, la nuova sicurezza che le deriva dall'essere campione d'Europa in carica;
- I Meno - La pericolosa tendenza a "specchiarsi" nella propria bravura.
3) Olanda
- I Più - Un attacco secondo soltanto a quello dell'Argentina;
- I Meno - La fragilità fisica di Robben e quella psicologica di Van Persie.
4) Inghilterra
- I Più - Fabio Capello e Wayne Rooney;
- I Meno - Il problema dei portieri, la coesistenza tra Lampard e Gerrard, l'assenza di un partner d'attacco affidabile per Rooney.
5) Argentina
- I Più - L'attacco più esplosivo e spettacolare dell'intero torneo, guidato dal migliore giocatore del mondo (Leo Messi);
- I Meno - Poche alternative di qualità in difesa e a centrocampo, l'incognita del neo-ct Maradona e le sue scelte.
6) Germania
- I Più - Gioventù, tecnica, freschezza e velocità;
- I Meno - La scarsa esperienza di tanti uomini-chiave e una solidità mentale tutta da testare.
7) Italia
- I Più - Esperienza, blasone, capacità di dare il meglio nelle situazioni disperate;
- I Meno - Quattro anni in più per troppi uomini-chiave, scarsa qualità complessiva della rosa, assenza di uomini di fantasia a centrocampo e in attacco.
8) Portogallo
- I Più - Cristiano Ronaldo;
- I Meno - Cristiano Ronaldo.
9) Costa d'Avorio
- I Più - Atletismo e tecnica individuale fuori dal comune, un campione come Didier Drogba;
- I Meno - La pericolosa tendenza di questa straordinaria generazione di calciatori ivoriani a non vincere praticamente mai nulla.
10) Francia
- I Più - Ribery e, forse, Gourcuff;
- I Meno - Un pessimo commissario tecnico, per giunta sfiduciato dai "senatori" di una squadra lacerata dagli egoismi.
11) Cile
- I Più - La "mano" di un tecnico sofisticato come Marcelo Bielsa;
- I Meno - Troppi solisti, sempre pronti al tocco in più e alla giocata a sensazione.
12) Stati Uniti
- I Più - Grande solidità complessiva;
- I Meno - Assenza di blasone e tradizione, poca fantasia.
13) Nigeria
- I Più - Abitudine al calcio di vertice, ambizione, forza fisica e velocità;
- I Meno - Presunzione e tendenza a strafare.
14) Uruguay
- I Più - La coppia d'attacco formata da Diego Forlan e Luis Suarez;
- I Meno - La tendenza a innervosirsi facilmente e a eccedere nell'agonismo.
15) Serbia
- I Più - Una linea difensiva fortissima, almeno sulla carta;
- I Meno - Difficoltà a tenere alta la concentrazione, tendenza all'anarchia e al caos.
16) Camerun
- I Più - Un trascinatore come Samuel Eto'o e un allenatore come Paul Le Guen;
- I Meno - Difficile amalgama tra giovani e veterani.
17) Messico
- I Più - I tanti ragazzi di qualità provenienti dalle giovanili messicane più vincenti di sempre (in particolare, dall'Under 17 campione del Mondo nel 2005);
- I Meno - Un portiere assolutamente impresentabile a questi livelli.
18) Paraguay
- I Più - Le tante possibili combinazioni offensive di qualità assicurate dai vari Barrios, Valdez, Cardozo e Santa Cruz;
- I Meno - Difesa e centrocampo lenti e prevedibili.
19) Corea del Sud
- I Più - Corsa, preparazione atletica e abitudine a vincere (in Asia);
- I Meno - Pochi elementi esperti e tecnicamente all'altezza di un Mondiale.
20) Danimarca
- I Più - Due ottimi centrali difensivi (Kjaer e Agger), solidità complessiva;
- I Meno - Assenza di fantasia e imprevedibilità, centrocampo di operai.
21) Svizzera
- I Più - Alcuni talenti che, prima o poi, dovranno esplodere (su tutti Derdiyok, Fernandes, Inler);
- I Meno - Scarsa incisività offensiva e incapacità di reagire di fronte alle prime difficoltà.
22) Ghana
- I Più - Tecnica, velocità, atletismo;
- I Meno - L'assenza di un centravanti di peso in grado di finalizzare la mole di gioco prodotta dalla squadra.
23) Giappone
- I Più - Honda e altri dieci;
- I Meno - Solo Honda e altri dieci.
24) Slovacchia
- I Più - La freschezza e il talento dei suoi giovani (Hamsik e Weiss su tutti);
- I Meno - Scarsa esperienza a questi livelli.
25) Slovenia
- I Più - La coppia d'attacco Dedic-Novakovic e il portiere Handanovic;
- I Meno - Poco altro.
26) Algeria
- I Più - Lo smisurato orgoglio patriottico dei tanti "francesi" che hanno scelto di difendere i colori della terra dei propri padri;
- I Meno - Il rischio di sentirsi già "arrivati" dopo la sorprendente qualificazione ai danni dell'Egitto.
27) Grecia
- I Più - Il carattere dei suoi "senatori";
- I Meno - Una scarsa qualità media e la sensazione di essere giunti alla fine della corsa.
28) Australia
- I Più - Solidità fisica e mentale;
- I Meno - La normalità di non essere più guidati da Guus Hiddink.
29) Honduras
- I Più - Corsa e atletismo;
- I Meno - Scarsa abitudine a questo livello di competizione.
30) Sudafrica
- I Più - Lo straordinario entusiasmo di una Nazione letteralmente innamorata dei Bafana Bafana;
- I Meno - La scarsa qualità complessiva di una squadra che, pochi mesi fa, ha fallito persino la qualificazione alla fase finale della Coppa d'Africa.
31) Nuova Zelanda
- I Più - Forza fisica e buona preparazione atletica;
- I Meno - La disabitudine, come squadra, a misurarsi con avversari che non siano dilettanti.
32) Corea del Nord
- I Più - Lo spirito patriottico e la voglia di stupire il mondo;
- I Meno - Scarsa qualità complessiva e inesistente esperienza a questi livelli.

lunedì 7 giugno 2010

sudafrica 2010: "brodino" svizzero per l'italia, ma serve altro

Di Diego Del Pozzo

Rispetto alla disastrosa esibizione di qualche giorno fa contro il Messico, l'amichevole di sabato sera contro la Svizzera evita almeno una nuova umiliazione ai calciatori che, in ogni caso, si presenteranno tra pochi giorni in Sudafrica come campioni mondiali uscenti. Il risultato di 1-1, in realtà, dice ben poco, anche perché l'Italia si trova di fronte una Svizzera stranamente abbastanza mediocre, nonostante un gruppo di giocatori giovani e, in molti casi, talentuosi.
Alcune considerazioni, però, possono già essere fatte con estrema chiarezza:
1) Per quanto visto a Ginevra, Rino Gattuso può tornare ancora molto utile a questo gruppo, se non altro per la grinta e la personalità che continua a mettere in campo (la sua forma fisica, comunque, è paragonabile a quella dei compagni);
2) Sulla fascia destra della difesa Maggio garantisce minore sapienza tattica ed esperienza di Zambrotta, ma certamente una spinta più prepotente e regolare, che potrebbe rivelarsi elemento decisivo per gli attacchi azzurri;
3) Pur non essendo sostituibile, Pirlo in mezzo al campo potrebbe essere ben surrogato da un Montolivo che sapesse, finalmente, proporsi sugli stessi livelli raggiunti quest'anno nella Fiorentina (d'altra parte, con Cesare Prandelli prossimo commissario tecnico, il futuro sarà comunque suo...);
4) Il marcatore di sabato sera, Fabio Quagliarella (nella foto qui sopra, la sua gioia), potrebbe rivelarsi più utile del previsto, grazie a una voglia di sacrificarsi decisamente superiore a quella dei suoi compagni di reparto e a una duttilità già mostrata in campionato con la maglia del Napoli (da centravanti, punta esterna a destra e sinistra, finalizzatore e assist-man, Fabio il suo contributo lo dà sempre...);
5) Al contrario, credo che il capocannoniere della Serie A 2009-2010, Antonio Di Natale, dimostrerà anche durante i prossimi Mondiali di essere un buon giocatore "di categoria" privo, però, della necessaria personalità e "faccia tosta" per giostrare a livelli di rassegna iridata.
Allo stato attuale, cioè quando manca un giorno al viaggio verso il Sudafrica, la formazione più affidabile per l'Italia di Marcello Lippi potrebbe essere, quindi, la seguente (schierata col 4-3-3 di partenza): Buffon; Maggio, Bonucci, Chiellini, Zambrotta; Gattuso, Montolivo, De Rossi; Pepe, Gilardino, Quagliarella. Insomma, non certo il massimo della vita...

sabato 5 giugno 2010

sudafrica 2010: il mondiale degli infortunati

Di Diego Del Pozzo

Sono già tanti i possibili protagonisti del Mondiale sudafricano costretti a dare forfait a causa di spiacevoli infortuni. E l'elenco pare ingrossarsi di ora in ora, col rischio concreto di ridurre esponenzialmente il livello tecnico della manifestazione iridata.
I nomi più autorevoli della lista di assenti più o meno certi sono, senz'altro, quelli dell'olandese Robben, dell'italiano Pirlo, dell'ivoriano Drogba, del tedesco Ballack, dell'inglese Ferdinand, del nigeriano Mikel e del ghanese Essien (ben quattro giocatori del Chelsea!!!). In particolare, le assenze dei primi tre di questo elenco - tutti, però, ancora speranzosi in un recupero miracoloso - ridurrebbero in maniera considerevole e forse decisiva le possibilità di Olanda, Italia e Costa d'Avorio e, almeno nei casi di Robben e Drogba, abbasserebbero certamente il livello tecnico generale della competizione. Vediamo un po', dunque, cosa succederà nei prossimi giorni... E, magari, incrociamo le dita...

giovedì 3 giugno 2010

una brutta italia (ancora imballata) perde male col messico

Di Diego Del Pozzo

Nella sconfitta di stasera contro il Messico, in un match amichevole disputato a Bruxelles in preparazione dei Mondiali sudafricani, l'Italia di Marcello Lippi non ha mostrato quasi nulla di quanto provato nei giorni scorsi durante gli allenamenti al Sestriere.
Anzi, gli uomini di Aguirre hanno letteralmente dominato la gara, tanto che a un certo punto sembravano il Brasile piuttosto che il Messico, con i vari Vela (qui, nella foto, il suo gol) e Giovani Dos Santos capaci di mettere a ferro e fuoco una retroguardia azzurra lenta, impacciata e con un Fabio Cannavaro francamente ancora impresentabile.
Appunto. La parola chiave al termine di questa gara - finita 1-2 per i centroamericani, con rete "della bandiera" di Bonucci a risultato ampiamente compromesso - non può che essere "ancora", perché se questa dovesse essere la reale consistenza dell'Italia in vista dei Campionati del Mondo, allora sarebbe meglio risparmiare i soldi della trasferta sudafricana. Le gambe degli azzurri, dunque, sono apparse "ancora" pesantissime, a causa dei carichi di lavoro di questi giorni e degli allenamenti in altura. Inoltre, l'esperimento del 4-2-3-1 con Marchisio trequartista-incursore ha bisogno "ancora" di ulteriori sperimentazioni, in modo da oliare meccanismi apparsi tutt'altro che perfetti. Infine, alcuni uomini decisivi - per esempio Cannavaro e Gilardino - devono "ancora" recuperare la migliore forma atletica ma anche quella psicologica, dopo un finale di stagione disastroso.
Insomma, "ancora, ancora, ancora"... Anche se lo stesso Marcello Lippi ha confessato, nella consueta intervista post-gara, che si sarebbe aspettato una situazione leggermente più positiva a questo punto della preparazione. Comunque, per fortuna, c'è "ancora" tempo prima dell'inizio dei Mondiali di Sudafrica 2010.

mercoledì 2 giugno 2010

sudafrica 2010: quale italia vedremo ai mondiali?

Di Diego Del Pozzo

Al termine della prima fase del ritiro in altura al Sestriere (qui sotto, una fase degli allenamenti), sono emerse alcune utili indicazioni su quale potrebbe essere l'Italia che affronterà i Mondiali sudafricani con l'ambizioso - e francamente quasi impossibile - obiettivo di riconfermarsi campione. E la definizione della lista ufficiale dei ventitré convocati da parte del commissario tecnico Marcello Lippi ha chiarito ulteriormente la situazione.
Davanti all'inamovibile Buffon, dunque, la nazionale italiana schiererà una difesa a quattro, però estremamente duttile e pronta a trasformarsi in linea a tre, grazie alla costante e prepotente spinta a destra da parte di Christian Maggio - già abituato nel Napoli a ricoprire per intero la fascia di sua competenza, pur partendo normalmente dalla linea dei centrocampisti - e alla conseguente scelta di blindare l'estremo sinistro con un Chiellini schierato inizialmente terzino ma pronto, appunto, ad affiancarsi ai compagni di reparto Cannavaro e Bonucci in una difesa con tre stopper.
Per quanto riguarda centrocampo e attacco, poi, nei giorni scorsi è stato provato con insistenza un 4-2-3-1, con doppia mediana di lusso composta da Pirlo e De Rossi - se entrambi in forma, con pochi eguali al mondo - e linea dei trequartisti formata, da destra a sinistra, da Camoranesi o Iaquinta, Marchisio e Di Natale o Quagliarella o Pepe. Il ruolo di centravanti titolare se lo contenderanno, infine, Gilardino e Pazzini, col primo che presumibilmente partirà titolare, anche per la maggiore "anzianità" di servizio rispetto al secondo.
Al di là delle prove dei giorni scorsi, però, la base tattica di partenza dell'Italia a Sudafrica 2010 dovrebbe essere il collaudato 4-4-2 che tanto bene fece già quattro anni fa in Germania. Quindi, davanti ai quattro di difesa, con Maggio (o Zambrotta) a creare costante superiorità in mezzo al campo, Lippi potrebbe proporre un centrocampo con Pirlo e De Rossi centrali, Camoranesi o Iaquinta a destra e Marchisio o Pepe a sinistra, magari con Di Natale a supporto del centravanti Gilardino-Pazzini. Questo schieramento potrebbe essere repentinamente modificato nel succitato 4-2-3-1, grazie al semplice allargamento di Di Natale (o Pepe) sulla trequarti sinistra e spostamento di Claudio Marchisio più al centro, nel ruolo di incursore "alla Perrotta" alle spalle del centravanti. Oppure, grazie alla spinta di Maggio sulla fascia destra e all'accentramento di Camoranesi come mezzala destra, in un elastico 3-5-2. O, ancora, in un più offensivo 4-3-3.
Proprio il pieno recupero dell'italo-argentino Mauro Camoranesi - infortunatosi ieri sera, ma lasciato comunque in gruppo da Lippi a causa della sua unicità - fornirebbe una fondamentale arma tattica alla nazionale azzurra. E, a proposito di duttilità e intelligenza tattica, credo che il commissario tecnico italiano punterà molto, in tal senso, sulle caratteristiche particolari di elementi come Maggio, Marchisio e Iaquinta (capace, quest'ultimo, di ricoprire con eguale efficacia tutti i ruoli offensivi, peraltro in schieramenti tattici differenti). Per concludere, potrà tornare molto utile la presenza in rosa di presumibili "rincalzi" a loro volta duttili tatticamente come Criscito e Bocchetti (indifferentemente laterali sinistri o centrali difensivi di sinistra), Zambrotta (laterale destro o sinistro, a seconda delle necessità), Palombo e Montolivo, oltre ai già citati Pepe e Quagliarella. D'altra parte, un Campionato del Mondo non si vince mai con soli undici titolari.
In definitiva, dunque, l'Italia prosegue il suo avvicinamento al Mondiale sudafricano in un clima di strana - e forse immotivata - sicurezza, con le bufere e polemiche delle scorse settimane che hanno lasciato spazio a una concentrazione assoluta e, coerentemente col "credo lippiano", a una preminenza del gruppo su qualsiasi altra cosa. Certo, magari un po' di fantasia in più, per scompaginare quelle partite complicate da sbloccare, sarebbe stata utile. Ma, ormai, Lippi ha deciso di andare avanti, fino in fondo, secondo quelle che sono le proprie convinzioni. E, chissà, potrebbe persino andargli bene per la seconda volta consecutiva...

martedì 1 giugno 2010

sudafrica 2010: lippi sceglie i 23 per i mondiali

Di Diego Del Pozzo

Sfruttando fino all'ultimo minuto il tempo concessogli dalle normative FIFA, il commissario tecnico dell'Italia campione del Mondo in carica, Marcello Lippi, ha ufficializzato i nomi dei ventitré giocatori convocati per i Mondiali sudafricani che inizieranno venerdì 11 giugno. Come ampiamente previsto, dunque, sono stati "tagliati" Sirigu, Cassani, Cossu, Borriello; mentre ha sorpreso maggiormente l'esclusione di Rossi a favore di Quagliarella (qui, nella foto, durante un momento del ritiro al Sestriere). Ecco, comunque, l'elenco completo dei convocati italiani:
Portieri - Gianluigi Buffon (Juventus), Morgan De Sanctis (Napoli), Federico Marchetti (Cagliari);
Difensori - Salvatore Bocchetti (Genoa), Leonardo Bonucci (Bari), Fabio Cannavaro (Juventus), Giorgio Chiellini (Juventus), Domenico Criscito (Genoa), Christian Maggio (Napoli), Gianluca Zambrotta (Milan);
Centrocampisti - Mauro German Camoranesi (Juventus), Daniele De Rossi (Roma), Ivan Gennaro Gattuso (Milan), Claudio Marchisio (Juventus), Riccardo Montolivo (Fiorentina), Angelo Palombo (Sampdoria), Simone Pepe (Udinese), Andrea Pirlo (Milan);
Attaccanti - Antonio Di Natale (Udinese), Alberto Gilardino (Fiorentina), Vincenzo Iaquinta (Juventus), Giampaolo Pazzini (Sampdoria), Fabio Quagliarella (Napoli).
La squadra di club più rappresentata è la Juventus, con sei "sudafricani" (meno, comunque, delle previsioni); seguono Napoli e Milan con tre a testa; quindi Fiorentina, Sampdoria, Udinese, Genoa con due; e Roma, Bari e Cagliari con uno. Ovviamente, io sono molto felice per la buona presenza del Napoli in questo gruppo, tra l'altro con uno dei tre convocati, Maggio, che potrebbe addirittura partire titolare nel ruolo di terzino destro. Anche questa è una evidente dimostrazione della crescita continua della giovane società presieduta da Aurelio De Laurentiis.
Domattina mi dilungherò con maggiore calma sulle possibilità tecnico-tattiche che le convocazioni lippiane potranno permettere. Per adesso, mi piace evidenziare come questo gruppo sia decisamente "meno peggio" di ciò che si poteva supporre qualche settimana fa, con un interessante mix tra esperienza e freschezza. Chissà che in Sudafrica non riesca anche a esser degno del titolo di campione in carica...